A metà luglio ha aperto i battenti in viale Bodio a Milano il primo market solidale ideato dalla Fondazione Progetto Arca, realtà nata trent’anni fa a Milano seguendo le orme di Fratel Ettore nell’aiuto ai senza dimora, e che ha, via via, allargato il proprio campo d’azione a tutte le persone che vivono una condizione di fragilità e bisogno per evitare che cadano in uno stato d’indigenza.



L’idea del market solidale è molto semplice. Si tratta di un negozio a tutti gli effetti con la differenza che all’uscita non ci sono casse e scontrini da pagare. Alle famiglie bisognose, individuate attraverso i servizi sociali e le realtà sociali del quartiere, viene assegnata una card a cui sono associati dei punti sulla base del numero di componenti del nucleo familiare. Con questi punti, che si rinnovano mensilmente, è possibile acquisire i prodotti del market.



Oltre a garantire il supporto alimentare, l’obiettivo è aiutare le famiglie a gestire meglio le risorse, un compito quindi di tipo educativo. In questo progetto è centrale la figura dei volontari che gratuitamente prestano la loro collaborazione. Volontari chiamati soprattutto a “costruire relazioni”, come spiega Mariella Pappalardoresponsabile dei volontari di Progetto Arca.

A poche settimane dall’apertura com’è stato l’impatto del market solidale avviato a Milano?

Abbiamo avuto una risposta molto positiva. Molte persone si sono rivolte a noi scrivendoci o telefonandoci per sottoporci diverse richieste di aiuto. Serviamo circa 150 famiglie. Direi che c’è stato un impatto molto positivo anche rispetto alla rete solidale presente sul territorio. Mi riferisco alle collaborazioni che si possono instaurare con le realtà che già operano nella zona, servizi sociali, centri di ascolto, parrocchie, altre agenzie educative. Insomma ci sono le condizioni per costruire un percorso insieme ai nostri volontari. Questa è la nostra grande sfida.



Quanti sono adesso i volontari impegnati?

Circa una quarantina. Qualcuno ha già esperienza in questo tipo di servizio perché ha collaborato in altre iniziative in cui viene fornita la spesa alimentare a famiglie bisognose. Insieme a loro c’è un gruppo di volontari nuovi che si occuperà di gestire e di organizzare il market solidale.

Il servizio è concentrato solo sul bisogno alimentare? 

Sì primariamente su questo. L’obiettivo è proprio quello di fornire un supporto temporaneo alle famiglie che in questo momento sono in difficoltà garantendo un minimo di spesa base una volta al mese. Quindi un supporto che non si esaurisce però nel gestire e ordinare i prodotti alimentari sugli scaffali. Il ruolo del volontario infatti è anche quello di affiancare, di accompagnare le persone proprio nel fare una spesa intelligente, equilibrata, varia, indirizzandole nella scelta degli acquisti in base alle esigenze specifiche di ogni nucleo familiare. Perciò ha una funzione educativa.

L’educazione entra in gioco anche nel modo di fare la spesa…

Certamente, fra le famiglie che si rivolgono al market solidale ce ne sono diverse che hanno anche bambini molto piccoli. Quindi il servizio oltre al supporto alimentare, diventa occasione per una conoscenza più approfondita rispetto a una modalità di fare la spesa più sostenibile ed equilibrata, adeguata alle necessità del nucleo familiare. È uno degli obiettivi che ci proponiamo nel rispetto di tutte le culture delle persone che accederanno al nostro servizio. Abbiamo un’utenza variegata e operiamo nel rispetto delle diverse culture e tradizioni.

Trovate attenzione da parte delle famiglie a questo lavoro educativo? 

Abbiamo già sperimentato, in un altro servizio offerto da Progetto Arca che si chiama “Spesa del giorno”, il tentativo di accompagnare le famiglie nelle scelta e nella gestione dei prodotti aiutandole a mettere nel loro piccolo paniere quello che è effettivamente basilare e prioritario. E devo dire che questo tipo di supporto, se ovviamente i volontari sono preparati anche da un punto vista relazionale, crea un clima di fiducia con le persone che si rivolgono al servizio e si lasciano poi accompagnare.

Quella di viale Bodio è la prima apertura di un market solidale a Milano. Ne avete già altre in cantiere?

Sì, questa è stata l’esordio. A breve, alla fine di settembre, inaugureremo il social market di Rozzano in collaborazione con il comune, poi in programma ci sono via Sammartini a Milano, dove tra l’altro c’è la base della casa del volontariato di Progetto Arca, e quello nella periferia di Baggio. Quindi entro il 2023 saranno quattro i market solidali attivi.

L’esperienza fatta in queste prime settimane diventa perciò una sorta di apripista per i volontari…

Sì assolutamente, sono previsti anche momenti di formazione sulla gestione di tutta una serie di procedure pratiche, perché i volontari si occuperanno non solo dell’accompagnamento e dell’erogazione della spesa. Dovranno infatti gestire l’anagrafica dei nostri utenti nel rispetto della privacy, le famiglie avranno una tesserina sulla quale verranno caricati dei punti. Tutto questo sistema ovviamente richiede una formazione che faremo a tutti i volontari che scelgono di collaborare con noi in questo servizio.

Qual è il profilo dei vostri volontari? 

Non abbiamo un target, sono persone dalle provenienze più diverse. Se devo identificare un requisito comune è l’impegno e la disponibilità alla relazione. Non è un lavoro di back office, qui la disponibilità alla relazione è fondamentale, diventa il presupposto per costruire una rete solidale. L’età è molto varia, si va dal pensionato che ci aiuta al giovane universitario, ma anche agli studenti di scuola superiore perché pensiamo che sia davvero un’esperienza educativa molto valida.

Il “reclutamento” dei volontari è sempre aperto?

Sì, è continuo perché Progetto Arca non si ferma mai. Diventare volontari è una proposta che noi offriamo sempre in qualsiasi momento dell’anno e i servizi in cui c’è bisogno di collaborazione sono veramente tanti.

(Piergiorgio Chiarini)

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