Mentre l’Italia è entrata in zona rossa, Progetto Arca prosegue la sua attività di aiuto e sostegno ai più bisognosi e a Milano, fino a domani, tramite la Cucina Mobile, foodtruck da poche settimane in funzione, distribuirà 120 pasti caldi speciali ogni sera a chi vive in strada. “Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria che non ci permette di invitare le persone senza dimora alla consueta serata di festa, porteremo direttamente la cena di Natale in strada: tutte le sere di questa settimana saremo presenti con le nostre Unità di strada, accompagnate dalla Cucina Mobile, per offrire un menù caldo e speciale a chi non ha la possibilità di vivere questo momento in serenità. Un’azione che vede coinvolti i nostri instancabili operatori e volontari, per non lasciare nessuno solo e per donare vicinanza in questo periodo storico difficile a chi non ha riparo”, spiega Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca.



La Cucina Mobile è stata appositamente addobbata a festa per distribuire uno speciale menù natalizio, ogni sera in una zona diversa della città. Come sempre, insieme al pasto caldo, cucinato nel rispetto delle diverse culture, viene consegnato anche un sacchetto contenente cibi confezionati per gli altri due pasti (colazione e pranzo) del giorno dopo. Donato anche un pacco regalo molto assortito: indumenti caldi (cappelli, sciarpe, calze, biancheria) e coperte termiche, kit igienico sanitari e mascherine, libri e dolci (cioccolatini e panettoncini).



La cena del 25 dicembre sarà speciale, perché 60 pasti distribuiti saranno cucinati dagli chef di Cascina Ovi, ristorante di Segrate. “Ci è stata comunicata la chiusura imposta dal Decreto Legge del Governo parecchio tempo dopo l’acquisto, da parte nostra, delle materie prime. Materie prime che, peraltro, non avremmo potuto conservare fino alla riapertura. Abbiamo dunque deciso di cucinare lo stesso i piatti del nostro menù di Natale per distribuirli a chi ne ha bisogno. In questo modo, proviamo a fare un gesto di solidarietà e dare un segnale di speranza in un momento difficilissimo per tutti”, raccontano Francesco Rizzo e Antonella Di Carlo, titolari di Cascina Ovi.



“Proprio la sera del 25 dicembre i nostri volontari distribuiranno dei piatti speciali preparati e donati dagli amici di Cascina Ovi: grazie di cuore da parte di tutta Progetto Arca per essere insieme a noi a fianco delle persone più fragili e sole”, sono le parole di ringraziamento di Alberto Sinigallia.

Ecco le portate della cena donata da Cascina Ovi. Antipasti: pappa al pomodoro con burrata e acciughe cantabriche; julienne di calamari arrostiti su crema di ceci al rosmarino. Primo piatto: agnolotti al ripieno di cappone con la sua démi glace e cubetti di zucca candita. Secondo piatto: rollé di vitello con crema di castagne e radicchio. Dessert: semifreddo al bergamotto con salsa al cioccolato e croccante di mandorle.

Sempre nel rispetto dei protocolli anti Covid, anche nelle strutture di accoglienza di Progetto Arca decorate a Natale non mancano i momenti di festa dedicati agli ospiti, grandi e piccoli. E anche con le famiglie in difficoltà economica – che rientrano nel progetto di housing sociale della Fondazione e che ricevono ogni mese un pacco alimentare – si festeggia il Natale: duemila sono i panettoni che sono stati distribuiti nelle case dai volontari. “Uno speciale pasto caldo, un regalo utile e bello, un ambiente accogliente per trascorrere momenti di festa anche in un periodo di vita complessa: grazie di cuore a tutti gli operatori, i volontari e i donatori per renderlo possibile e per credere sempre nel dialogo e nel ‘primo aiuto’ come base della relazione di fiducia che cerchiamo di costruire ogni giorno con chi ha meno” commenta Sinigallia.

Le Unità di strada di Progetto Arca, oltre a fornire pasti caldi con la Cucina Mobile, sono affiancate una volta a settimana anche da un team sanitario della Fondazione che monitora chi vive in strada, quindi più vulnerabile ed esposto al contagio. Gli infermieri in strada sono attrezzati per eseguire tamponi rapidi, misurare la saturazione di ossigeno nel sangue e la temperatura corporea, adottando dove necessario le opportune procedure di ricovero in ospedale o, per chi è asintomatico o ha pochi sintomi, di isolamento nelle strutture preposte del Comune di Milano.