Ivan è arrivato da pochi mesi dall’Est Europa, è molto impacciato, non sa se può chiedere qualcosa da mettere sotto i denti, l’ultima volta ha mangiato due giorni fa. In via Sammartini a Milano, in quello che viene chiamato “il Quadrilatero della solidarietà”, davanti a lui c’è la piccola coda delle famiglie a forte disagio segnalate dalla parrocchia di Santa Maria Beltrade, tra piazzale Loreto e la Stazione Centrale di Milano. Hanno tutti in mano un tagliandino, grazie al quale possono ricevere la Spesa del giorno. Oggi è un giovedì, è il loro turno, ad aspettarli ci sono poco più di una trentina di borse già pronte.



Ivan ne è sprovvisto, è arrivato lì spinto dal bisogno. La cortesia dei cinque volontari di Progetto Arca lo sorprende, così vince ogni titubanza: alla sua timida richiesta, in men che non si dica gli viene preparato lo stesso sacchetto blu con generi di primissima necessità, prodotti freschi e pane. E prima di congedarsi, ringraziando più con gli occhi che con le sue stentate parole dal forte accento slavo, riceve un consiglio utile: l’indirizzo di una mensa per i poveri cui potrà rivolgersi nei giorni successivi.



La Casa del Volontariato è un piccolo tunnel di luce per chi non vede la luce in fondo al grande tunnel della crisi. Qui gravitano una ventina tra operatori e volontari che animano uno spazio polifunzionale, attivo quasi H24. E per tre pomeriggi (il mercoledì, il giovedì e il venerdì) è aperto il servizio chiamato La spesa del giorno.

Nato come spazio di socialità, il Covid e il lockdown hanno cambiato tutto. Racconta Simone, uno dei referenti dell’area Volontariato e responsabile del servizio: “L’idea della Spesa del giorno è nata a maggio 2021, quando abbiamo visto sempre più lunghe code davanti alle sedi della onlus Pane Quotidiano. Noi di Progetto Arca eravamo già attiva sul fronte dell’emergenza alimentare, ma abbiamo deciso subito che non potevamo rassegnarci a quelle immagini. Un servizio prototipo esisteva da più di un anno per le famiglie già ospiti dei nostri appartamenti, così lo abbiamo ampliato, aprendolo a tutta la comunità”. E oggi? “Ci rivolgiamo a soggetti in difficoltà già intercettati da noi, ma anche a persone disagiate segnalate da parrocchie e altre realtà assistenziali, facendo rete sul territorio”.



Ma cosa è successo nel 2020, e ancor più nel 2021, con la crisi sanitaria ed economica? “Quando si è sparsa la voce in tanti hanno bussato alla nostra porta. Siccome ‘Il primo aiuto sempre” è il nostro slogan, nessuno va via a mani vuote, cerchiamo sempre di dare qualcosa, di aiutare tutti”. Solo una volta i volontari hanno dovuto interrompere il servizio, troppe persone in coda e “a un certo punto abbiamo dovuto rinviarle al giorno successivo”.

In media in una settimana La spesa del giorno offre da mangiare a 150 famiglie, “ma siamo pronti a più che raddoppiare questo numero. E’ una domanda destinata a crescere”.

Come funziona il servizio? “Si inizia alle 15, quando rientra il pullmino di un nostro volontario che alla mattina visita i vari punti vendita per recuperare le eccedenze alimentari, così diamo il nostro doppio contributo: contro la fame e contro lo spreco. Sono prodotti ancora buoni, magari con scadenza ravvicinata, ma che vengono erogati già il pomeriggio stesso. Questi beni vanno a integrare le nostre scorte, che arrivano da acquisti privati o da collaborazioni con altri enti, come il Banco Alimentare”.

Per un’ora i volontari assemblano i panieri-base in distribuzione, con prodotti freschi variegati, dalla frutta alla verdura, dal pane ai latticini, che poi caso per caso vengono integrati, aggiungendo prodotti con carne di maiale o per l’infanzia. “Cerchiamo di venire incontro il più possibile alle esigenze di chi viene qui – spiega Simone -. Ogni borsa contiene quel che può bastare per una spesa settimanale. Ormai conosciamo queste persone. Pensa, c’è anche una famiglia con 8 figli e a loro non basta certo un solo sacchetto, perciò abbiamo un occhio di riguardo in più”.

Alla Casa del volontariato infatti bussano famiglie con figli, single, italiani ma anche tanti stranieri, alcuni dei quali di religione islamica. “E quando possiamo – ammette Simone – non facciamo mancare una piccola golosità, perché vogliamo regalare anche momenti di gioia, vogliamo far sì che chi arriva da noi possa tornare a casa un po’ più sollevato, un po’ più spensierato”.

La distribuzione prosegue fino alle 19. Perché avete scelto questa modalità? “Apriamo lo spazio nel tardo pomeriggio perché è un orario comodo. Ma siamo pronti, in casi particolari, ad andare anche a domicilio”.

In un angolo di questo “magazzino della solidarietà” sono impilati una ventina di cartoni di pacchi viveri. A chi sono destinati? “E’ il nostro canale primario di aiuto alimentare – risponde Simone -, che nel 2020 si è praticamente triplicato: oggi eroghiamo più di 13mila pacchi viveri, con prodotti a lunga conservazione, a livello nazionale”.

Intanto la coda è finita, anche Ivan si allontana con il suo sacchetto. Nel frattempo arriva una signora anziana, una nonna, che ormai da settimane viene aiutata dalla Spesa del giorno. Si avvicina sorridente a Simone: “Grazie per quello che fate per noi. Ma tu sei troppo magro – le dice con un velo di preoccupazione mista a ironia –, devi mangiare”. E gli mette tra le mani un piccolo sacchetto bianco. Dentro, c’è un piatto di cuscus.

Per rimanere informati sulle attività e per aiutare Progetto Arca a sostenere i più fragili: www.progettoarca.org

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI