Sono ancora bloccati i fondi riguardanti il cosiddetti “Progetto bellezza”, un’iniziativa molto interessante promossa dal governo Renzi, che puntava sul recupero dei “luoghi della comunità”. Un’idea nobile per cui erano stati stanziati nel 2018 150 milioni di euro per 273 diversi progetti meritevoli d’attenzione. “Recuperare i luoghi delle nostre comunità significa tornare noi stessi – spiegava l’ex presidente del consiglio nel 2016, presentando l’iniziativa artistico-culturale – per questo, accanto ai grandi progetti, abbiamo lanciato un appello a tutti gli italiani. Segnalateci i luoghi dell’identità e della bellezza che hanno bisogno di un aiuto economico e finanziario per ripartire. Su questo tema ci giochiamo il futuro dell’Europa“.



Peccato però che, come sottolinea IlFattoQuotidiano in data 16 giugno, cinque anni dopo, gli enti locali, le associazioni e le pro loco, siano ancora in attesa dei fondi, nonostante regolare domanda per accedervi. “Noi abbiamo fatto tutto in regola – la denuncia di Katia Maccarrone, insegnante iscritta al Partito Democratico, sindaca del comune della provincia di Padova di Camposampiero – rispettando i tempi. E abbiamo chiesto 310mila euro per restaurare la torre medievale di Porta Padova, o dell’orologio. Dopo che il progetto è stato approvato non abbiamo saputo più nulla. Ma sappiamo che le lamentele arrivano anche da altre parti d’Italia”.



PROGETTO BELLEZZA: DA 273 PROGETTI APPROVATI A SOLI 22?

Quindi la prima cittadina ha aggiunto: “La nostra iniziativa è partita dalla Pro Loco, che ha presentato il progetto di ristrutturazione della torre. Attualmente si può accedere solo al piano terra, ma sistemando le scale e i locali nei diversi piani si potrebbero realizzare locali per piccole mostre e arrivare fino alla cima, da dove si può osservare la campagna veneta”. Come mai questi ritardi? Secondo quanto spiega Il Fatto c’è il serio rischio che dei 273 lavori inizialmente approvati nel Progetto Bellezza di Renzi, ne siano rimasti solo 22, così come denunciato da alcuni deputati bergamaschi che hanno presentato un ordine del giorno, chiedendo anche di effettuare delle verifiche “con la finalità di consentire l’impiego integrale delle risorse stanziate”.



Il numero 22 sarebbe indicato nel decreto della Presidenza del Consiglio del 3 settembre 2019, firmato dal sottosegretario dell’epoca, Giancarlo Giorgetti, che elenca “gli enti attuatori ammessi alla fase successiva della stipula delle convenzioni con il Ministero per i beni e le attività culturali”. In poche parole, solo quel piccolo gruppo avrebbe presentato una “documentazione completa e coerente con il progetto”. Un mistero…