L’ultimo decreto attuativo della legge delega in materia di disabilità che riguarda il Progetto di vita, individuale e personalizzato, è stato approvato definitivamente nel Consiglio dei ministri (Cdm). Dunque, è stato dato il via libera al decreto ritenuto più importante, in quanto serve a definire la condizione di disabilità, ma pure a garantire che la persona venga presa in carico in modo completo, quindi dal punto di vista sanitario, sociosanitario e sociale. Il decreto in questione introduce poi il cosiddetto “accomodamento ragionevole“. L’obiettivo è superare le frammentazioni di prestazioni e servizi.



Come evidenziato dall’Ansa, questo decreto disabilità comprende anche la riforma delle procedure di accertamento dell’invalidità civile e della valutazione multidimensionale. Per quanto riguarda loro entrata in vigore, è prevista attraverso una sperimentazione che verrà avviata dall’1 gennaio 2025 in alcune province selezionate. Dopo l’approvazione in Cdm del decreto, il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli ha spiegato he questo è il «cuore della riforma», importante anche perché la semplificazione del sistema di accertamento dell’invalidità civile avviene con l’eliminazione delle «visite di rivedibilità».



DISABILITÀ, COSA CAMBIA CON IL PROGETTO DI VITA

Ma soprattutto viene introdotto il Progetto di vita «come strumento di accompagnamento nella vita delle persone». Il ministro Alessandra Locatelli parla di una vera e propria «rivoluzione culturale e civile», in quanto viene sviluppato «un nuovo paradigma» per quanto riguarda la presa in carico dei disabili. Oltre a confermare l’inizio della sperimentazione dal primo gennaio 2025, ha annunciato che «già da quest’anno partirà una formazione intensa e capillare tra Enti e categorie per l’adozione di questo nuovo modello». Il ministro per le Disabilità la ritiene un’opportunità importante non solo per i disabili, ma anche per le loro famiglie, perché così si inizia a «ribaltare la prospettiva e a parlare non più solo di assistenzialismo ma di valorizzazione delle persone».



Da non sottovalutare l’importanza che hanno la semplificazione e sburocratizzazione delle procedure. «Soprattutto partiamo dai desideri e dalle scelte di ogni persona, come previsto dalla Convenzione Onu, per arrivare a un percorso di vita dignitoso per ogni persona», aggiunge Locatelli. In questa visione inedita proposta dal governo Meloni si inserisce poi la rimozione di termini come “handicappato” e “portatore di handicap”, fortemente voluta «per restituire dignità e centralità alla persona con disabilità». Siamo solo all’inizio per questa sfida secondo Locatelli, che però avverte: «Sono molto determinata e non mi fermerò».