Oggi che la minaccia nucleare – a trent’anni dalla fine della Guerra fredda – è improvvisamente ritornata concreta, vi suggerisco di guardare una serie tv apparsa il mese di agosto su NowTv dal nome eloquente: Progetto Lazarus. Prodotta dalla Urban Myth Films e da Sky Studios su ideazione e sceneggiatura di Joe Barton, la serie ha avuto un discreto successo e ciò ha spinto la rete a rinnovarla per una seconda stagione.
George – nei cui panni troviamo l’attore britannico Paapa Essiedu di Gangs of London – allo scoccare della mezzanotte del 30 giugno si accorge di essere stato catapultato indietro nel tempo di almeno sei mesi. Nulla di quello che ha fatto in quel lasso di tempo – errori e successi – è mai avvenuto per gli altri presenti nella sua vita, a cominciare dalla moglie Sarah. Non riesce a darsi una spiegazione, sta letteralmente impazzendo quando viene contattato da Archie, interpretata dall’attrice Anjli Mohindra di Doctor Who, una specie di agente segreto, che sembra essere al corrente di quello che gli è accaduto.
Così George viene introdotto in un gruppo clandestino, una specie di setta segreta, che non solo sa cos’è successo allo scoccare della mezzanotte tra il 30 giugno e il 1° luglio, ma ne è l’artefice. Il gruppo, denominato “progetto Lazarus”, è detentore di una tecnologia in grado di resettare il tempo, riportando il mondo alla finestra temporale antecedente, come con un computer per recuperare i dati compromessi.
La ragione di tutto questo sta nel fatto che molto spesso accadono cose che non dovrebbero accadere e che mettono in pericolo l’umanità, come ad esempio l’esplosione di un conflitto nucleare, e non vi è altra soluzione che riportare indietro gli orologi per tentare di cercare una soluzione alternativa al conflitto. E come in un loop infinito si può ripetere l’operazione più volte. Il gruppo gestisce questo enorme potere in maniera discrezionale, ritiene di operare nell’interesse dell’umanità, ma decide di volta in volta quando è necessario premere il bottone del reset.
Le cose si complicano quando le vicende personali dei singoli si sovrappongono agli incidenti della storia. Riguarda le storie di tutti i membri del gruppo. E quando per un banale incidente Sarah muore, George cerca in ogni modo di attivare il meccanismo per riportare indietro il tempo, e non si fa scrupoli, pur di riportare in vita sua moglie, a far esplodere una testata nucleare.
A volte gli incidenti non sono poi così gravi (in termini di vite umane e di conseguenze politiche) e chi è al comanda di Lazarus decide di non attivare il tasto “reset”. Il meccanismo si inceppa quando un ex membro del gruppo – sostenuto da servizi segreti di Paesi ostili – riesce a manomettere il sistema.
La prima stagione – 8 episodi – ha uno sviluppo coerente e si lascia vedere, soprattutto dopo aver superato il primo impatto con l’ennesimo “viaggio temporale”, perché il racconto è originale e ben costruito. Pur non disponendo di un cast stellare risulta molto ben recitato e la trama, per quanto fantasiosa, rimane coerente e apparentemente realistica fino alla fine. Non vi è nulla di male nel coltivare l’illusione che ci sia qualcuno che possa rimediare agli errori umani riportando indietro gli orologi. Soprattutto di questi tempi.
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