Un’associazione di moschee è diventata un caso a Francoforte, dopo che Welt am sonntag ha portato a galla un piano segreto. Si tratta di un’associazione all’apparenza innocua, che da anni raccoglie donazioni per acquistare una proprietà. Quello che nessuno sospetta è che intende costruire un enorme complesso islamista, un centro di controllo della scena islamista. Dietro questo progetto c’è Ibrahim Farouk El-Zayat, una vecchia conoscenza dell’Ufficio per la protezione della Costituzione. Il servizio di intelligence lo aveva citato, ad esempio, in uno dei suoi rapporti annuali nel 1999. Chiamato il “Signore delle Moschee“, il 56enne, laureato in economia, ha raccolto milioni di euro da fonti nascoste. Un anno e mezzo fa il giornale tedesco ha scoperto quello che inizialmente sembrava un progetto legato all’ampliamento di una moschea, apprendendo poi le vere dimensioni e prospettive del piano.
Da estratti del catasto, ricerche nei registri commerciali, documenti delle associazioni e dopo aver sentito residenti locali, ha scoperto alla fine che dietro il presunto acquisto dell’immobile che dovrebbe dar vita al maxi complesso islamista non c’è il Centro islamico di Francoforte (IZF), bensì l’associazione Deutsche Muslimische Gemeinschaft (DMG), ben nota anche questa all’Ufficio per la protezione della Costituzione, perché ne era presidente proprio El-Zayat. Questa associazione vanta 400 membri e fa parte della rete globale dei Fratelli Musulmani. Si tratta dell’organizzazione più importante e centrale in Germania. Per l’avvocato berlinese Jörg Thomas dello studio legale Rosenberger & Koch si tratta di una “appropriazione indebita molto evidente“, perché quei soldi, inizialmente destinati all’espansione del centro, sono finiti ad una controversa comunità musulmana.
COSA (E CHI) C’È DIETRO IL MAXI PROGETTO ISLAMICO?
Un altro particolare che ha fatto drizzare la antenne di Welt è la reazione ad una richiesta di un potenziale donatore, che voleva sapere dal Centro islamico di Francoforte (IZF) se poteva sfruttare la donazione anche per detrarre le tasse. L’associazione gli ha risposto proponendo di dividere l’importo della donazione, aspetto che dovrebbe preoccupare gli uffici fiscali e la procura secondo il giornale tedesco. Nei mesi scorsi il IZF ha presentato su Facebook il modello di un nuovo gigantesco complesso edilizio, che appare quasi come un’astronave, il cui pezzo forte è un edificio di 75 metri a forma di otto, con cilindri alle estremità. Un gioiello architettonico dal valore di decine di milioni, ma è difficile che una somma del genere possa essere raccolta solo tramite donazioni. Secondo Welt è probabile che vengano richiesti i servizi di El-Zayat, che si è occupato attivamente delle trattative di acquisto.
Peraltro, è esperto di progetti su larga scala, infatti l’Associazione europea per la costruzione e il sostegno delle moschee lo ha nominato suo rappresentante principale. Il problema è che nella raccolta di fondi salta spesso fuori il nome del Qatar, considerato nel Regno Unito il più importante sponsor dell’islamismo politico. Ma Welt evidenzia che l’Ufficio per la protezione della Costituzione non è autorizzato a indagare su tali flussi finanziari. Un limite inaccettabile per Christoph de Vries, deputato della CDU: “I piani degli islamisti a Francoforte dovrebbero anche far capire una volta per tutte al Ministro federale degli Interni che le autorità di sicurezza hanno bisogno di poteri più ampi“. Secondo il deputato tedesco, la libertà di religione non deve essere “un lasciapassare per i giganteschi edifici delle organizzazioni islamiste che possono essere finanziati inosservati da fonti oscure“.