Come noto il programma “Gol” (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) è una delle più significative azioni di riforma previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia (il Pnrr) per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro. Complessivamente il Piano dispone, nei vari anni, di risorse pari a ben 4,4 miliardi di euro.
Entro il 2025 Gol si propone di coinvolgere oltre 3 milioni di beneficiari, di cui 800.000 in attività formative, 300.000 delle quali relative alle competenze, sempre più necessarie, digitali. Con specifico riferimento alla formazione vengono, quindi, definiti due diversi possibili percorsi per i cittadini “beneficiari” di Gol: uno di aggiornamento (denominato “upskilling”), un secondo di riqualificazione (chiamato “reskilling”).
Il primo canale è dedicato, in particolare, alle lavoratrici e ai lavoratori più lontani dal mercato, ma comunque con competenze “spendibili”, e si caratterizza per interventi formativi prevalentemente di breve durata e dal contenuto essenzialmente professionalizzante.
Il secondo strumento è destinato alle lavoratrici e ai lavoratori lontani dal mercato e con competenze non più adeguate al mercato del lavoro di oggi, e si caratterizza, rispetto all’upskilling, per una formazione professionalizzante più approfondita, e generalmente caratterizzata da un innalzamento dei livelli di qualificazione (gli Eqf) rispetto al livello di istruzione di partenza.
In questo quadro nei giorni scorsi è stata raggiunta un’Intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni per un ampliamento dell’uso della formazione a distanza (la Fad) per facilitare la realizzazione dei percorsi formativi per i lavoratori che beneficiano del Programma Gol.
Le diverse amministrazioni hanno, infatti, integrato un precedente Accordo relativo alle Linee guida relative alle modalità di erogazione della formazione a distanza per percorsi di formazione non regolamentata, inserendo una nuova fattispecie rispetto a quelle già previste per l’uso della Fad fino al 100% del percorso.
La proposta approvata, nel dettaglio, amplia l’utilizzo della Fad per il 100% del monte ore teorico anche per tutte le attività formative erogate nell’ambito del Programma Gol nell’ottica di accelerare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Programma e garantire, comunque, il controllo e la qualità delle azioni formative.
Permane, tuttavia, il dubbio se in un Paese certamente “anziano” e, per molti aspetti, ancora “analogico” come il nostro il ricorso a questi strumenti possa essere utile o se, per assurdo, possa aumentare, ulteriormente, le disuguaglianze socio-economiche già presenti e, in parte, strettamente legati al tema del “digital divide”. E se alla fine ci facessimo un (auto)Gol?
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