Daniele Novara noto pedagogista, è stato intervistato stamane dal programma di Rai Uno, Uno Mattina in Famiglia, per parlare di giovani, educazione e uso degli smartphone: “Proibire l’uso dello smartphone? I ragazzi sono in uno stato molto instabile da adolescenti, hanno bisogno di imparare e non devono essere colpevolizzati se no si crea quel contrasto che blocca l’apprendimento stesso, il problema non è punirli e metterli nell’angolo e farli sentire delle vittime ma aiutarli in maniera molto organizzata dal punto di vista educativo per imparare le cose giuste”. E ancora: “Una volta il genitore buono e perfetto era capace di farsi rispettare minacciando e facendo paura, ma quei tempi sono passati da un tempo. Oggi serve un genitori che dialoga e che si organizza bene, sa costruire le buone abitudini, quelle che in gergo si chiamano le regole e all’interno di un recinto ben definito e dei paletti chiari: quali sono le regole del gioco?”.



In studio anche la psichiatra e psicoterapeuta del Gemelli di Roma Flaminia Alimonti: “Quando giova togliere lo smartphone ai ragazzi? Non c’è una risposta universale. L’adulto si deve domandare lo scopo. Le regole e le punizioni servono a rendere presente nell’adulto la vita del ragazzo. La dove la regola viene messa per ridurre l’angoscia del genitore o controllare, non è funzionale alla crescita del ragazzo. Togliendo lo smartphone elimini non solo la socialità ma anche l’auto intrattenimento del ragazzo, è come chiuderlo dentro una stanza vuota”.



GIOVANI E SMARTPHONE: “BISOGNA CAPIRE QUANTO VI SIA INTERESSE VERSO IL MONDO CONCRETO”

Ma qual è la linea fra uso e dipendenza dello smartphone? “Lo spartiacque è vedere quanto il ragazzo mantenga interesse nel mondo concreto. Il primo campanello d’allarme è l’abbandono dell’attività sportiva o magari di imparare ad usare uno strumento musicale, associata ad una riduzione della vita sociale. Anche i bambini possono manifestare qualche sintomo, come ad esempio il mal di pancia prima di andare ad una festa”. Il pedagogista Novara ha quindi ripreso la parola: “Bisogna costruire una serie di abitudini chiare, è assurdo pranzare con lo smartphone o lasciare gli strumenti digitali di notte, esiste uno studio che correla l’insuccesso scolastico con l’eccesso dell’uso di dispositivi. Occorre che i genitori debitamente aiutati sappiano costruire i perimetri giusti. I social in Italia fino a 14 anni non sarebbero previsti dalla normativa”.



La dottoressa Alimonti ha proseguito: “Togliere lo smartphone è tagliare fuori il ragazzo dalla società. Bisogna capire perchè un ragazzo porta lo smartphone a tavola: perchè preferisce stare sul telefono invece che parlare con noi?”. Quindi Novara ha chiosato: “I dispositivi vanno proibiti di notte, il sonno è importantissimo, quindi stabilire un limite durante il giorno, terzo punto evitare l’uso contemporaneo con compiti e necessità scolastiche”. La dottoressa Alimonti conclude, ribandeo: “L’importante è come vive nel mondo concreto, ciò significa che il cyber spazio non compete con la crescita”.