Chi è Gianni Rodari, autore di “Promemoria”

Il particolare momento che apre la puntata de “Il Cantante Mascherato” vede Anastasia Kuzmina leggere “Promemoria” di Gianni Rodari con in sottofondo il brano di John Lennon “Imagine“. Scrittore, giornalista, maestro, poeta, Gianni Rodari è ricordato soprattutto per aver contribuito a rinnovare la letteratura per ragazzi. Giovanni (poi Gianni) Rodari nasce ad Omegna in provincia di Novara da Giuseppe Rodari e Maddalenna Airocchi, fornai. All’età di nove anni, in seguito alla morte del padre, un timido e sensibile Rodari si trasferì a Gravirate con la madre e i fratelli, completando i suoi studi per la licenza elementare. Fa richiesta di entrare in seminario per frequentare il ginnasio, decidendo poi di non terminare il liceo compiendo un’inversione di rotta per le scuole magistrali, a conferma della sua inclinazione all’insegnamento. Durante la seconda guerra mondiale vinse infatti il concorso per maestro, insegnando come supplente fino alla chiamata alle armi da parte della Repubblica Sociale italiana. Dopo il 25 aprile 1945, ha inizio la sua carriera giornalistica, collaborando con quotidiani e periodici e curando libri e rubriche per ragazzi. La notorietà arriverà tardi, dal 1960 in poi, acquistando fama in tutta Italia. Muore a Roma a soli 59 anni per un collasso cardiocircolatorio.



Anastasia Kuzmina legge “Promemoria” di Gianni Rodari

Anastasia Kuzmina durante “Il Cantante Mascherato” legge la poesia di Gianni Rodari “Promemoria“. Ecco il testo completo:

“Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.



Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio la guerra.”

Si tratta di un testo semplice, diretto, che va dritto alla centro della questione e al cuore di tutti, in un linguaggio proprio dei bambini. Un promemoria da tenere sempre bene a mente, per tutti. “Non c’è speranza senza paura né paura senza speranza” diceva Spinoza e aveva ragione. Abbiamo tanta paura, ma ancora di più abbiamo tanta speranza.

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