Fino a due anni di carcere nel Regno Unito se si chiama deliberatamente qualcuno con pronomi di genere sbagliati. Questo è il piano del partito laburista, stando a quanto rivelato dal Mail on Sunday. L’idea è di rendere l’uso consapevole di pronomi di genere sbagliato un crimine d’odio, quindi insulti a trans punibili con la reclusione. Consentendo l’inasprimento delle linee guida sulle sentenze per gli abusi e le violenze contro le persone trans, la proposta del partito laburista vuole trasformare gli attacchi motivati dall’odio per l’identità di genere della vittima in “reati aggravati”.



Di conseguenza, verrebbe messo sullo stesso piano l’abuso transfobico con l’aggressione e le molestie motivate dall’odio per motivi di razza o religione, che sono reati punibili fino a due anni di carcere. I critici ritengono che questa proposta potrebbe comportare pene detentive per chi si rifiuta di usare i pronomi preferiti di una persona transgender o per chi si riferisca col nome precedente o con il suo sesso di nascita piuttosto che con il genere scelto.



“CONDANNE PIU’ LUNGHE PER ODIO ANTI-LGBT+”

«Alcune forze di polizia si sono mostrate troppo zelanti nel perseguire presunti crimini d’odio e questa riforma invierebbe loro un segnale per andare ancora oltre. Abbiamo visto persone arrestate per violazione del genere, ma questo non è sufficiente per i laburisti: li vogliono rinchiusi per due anni», ha dichiarato una fonte conservatrice di alto livello al Mail on Sunday. Anneliese Dodds, segretaria ombra per le donne e le pari opportunità, ha confermato il piano: «I conservatori non riescono a proteggere le persone LGBT+ a causa della loro incapacità di gestire i crimini d’odio, compresi i crimini d’odio violenti. Il partito laburista rafforzerà la legge per garantire che gli autori dell’odio anti-LGBT+ non possano più evitare condanne più lunghe. E il nostro piano interamente finanziato per reclutare altri 13mila poliziotti di quartiere e agenti di supporto alla comunità aumenterebbe la sicurezza per tutti».



L’anno scorso un predicatore cristiano è stato condannato per aver molestato una donna transgender definendola un “uomo” e un “gentiluomo”. La sua condanna è stata annullata dopo che i magistrati hanno stabilito che non c’erano prove che intendesse molestarla. C’è poi il caso della femminista “radicale” Kate Scottow, arrestata davanti ai suoi figli e successivamente condannata per una serie di messaggi rivolti a un attivista transgender su Twitter, incluso il riferimento all’attivista come uomo e «maiale con una parrucca». Anche in questo caso, la condanna è stata annullata in appello dopo che i giudici hanno stabilito che si trattava di «un’ingerenza statale grossolanamente sproporzionata e del tutto ingiustificata nella libertà di parola».