E’ previsto per questa sera alle ore 21.00 il big per il girone E della Champions league tra Liverpool e Napoli. Ad Anfield la prima e la seconda del gruppo si sfideranno a viso aperto per i tre preziosissimi punti messi in palio nella quinta giornata e ci attende di certo una partita bollente. Entrambi i club poi oggi vogliono dare il massimo: i Reds sono reduci in Champions dalla bella vittoria sul Genk, mentre i campani di Ancelotti, in piena crisi, devono rispondere del pareggio con il Salisburgo poche settimane fa. Sarà quindi una sfida europea quindi molto avvincente, molto bella. Per presentarla abbiamo sentito Eraldo Pecci, che aveva vestito la maglia del Napoli nella stagione 1985 – 1986, opinionista della Domenica Sportiva: eccolo in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.



Che partita sarà? Una bella partita in uno stadio fantastico come Anfield Road. Uno stadio che ho avuto il piacere di vedere da spettatore in un incontro che il Liverpool stava perdendo 3 -0 e poi perse alla fine. I tifosi dei Reds cantavano sempre, cantarono fino alla fine della partita. Da allora sono diventato tifoso dei Reds, mi sono innamorato del Liverpool!



Liverpool quasi qualificato: che incontro si aspetta dalla squadra inglese? Il solito incontro che riassume bene la filosofia di gioco della squadra di Klopp, con la capacità di ripartire in modo molto veloce e mettere in difficoltà la formazione avversaria.

Salah, Firmino, Manè: il Liverpool si affiderà specialmente al suo tridente offensivo? E’ così, sono loro i giocatori più importanti del Liverpool, col reparto offensivo dei Reds che ne è la forza più grande. Loro che garantiscono sempre una ripartenza spesso decisiva nelle azioni da gioco della squadra inglese.

Come giudica Jurgen Klopp? E’ un grande allenatore, e questo si sa. I risultati parlano per lui. Oltre a questo di Klopp, mi piace l’atteggiamento sbarazzino. Quello di una persona assolutamente normale che va in giro per Liverpool in autobus. Una cosa che fa parte del suo carattere, del suo temperamento, di Jurgen Klopp.



Il Napoli non vince più: solo una questione psicologica o una questione tecnica? Credo che si tratti prima di tutto di una questione tecnica, più che una questione psicologica, dovuta magari alla situazione che si è creata al Napoli. I giocatori sono dei professionisti e si impegnano sempre fino in fondo. Bisogna specialmente risolvere quelle cose che impediscono agli azzurri di tornare a vincere.

Mertens o Insigne: chi sceglierà Ancelotti? Per questo tipo di partita andrebbe meglio Mertens almeno secondo me. Poi però sarà lo stesso Ancelotti a decidere, è lui che vede tutti i giorni i giocatori che ha a disposizione.

Gli azzurri potrebbero accontentarsi del pareggio? Sarà una partita di contenimento? Penso che poi alla fine quello che conti sia giocare secondo le proprie caratteristiche tecniche, non snaturare il proprio gioco.

Il suo pronostico su Liverpool Napoli. Il risultato di quest’incontro mi interessa poco, in fondo si giocherà sempre a Liverpool, ad Anfield Road! Quello che sarà importante è che il Napoli offra una grande prestazione di fronte a una grande squadra. E’ come quando si incontra la Juventus nel nostro campionato, più che fare risultato quello che conta è giocare grande calcio.

Lei ha giocato nel Napoli nella stagione 1985 – 1986: che ricordi ha? Molto bella, si stava costruendo una squadra importante, l’anno seguente il Napoli infatti vinse lo scudetto. Era una formazione piena di campioni. Tra di loro c’era anche Maradona.che era arrivato un anno prima.

Com’era Maradona? Un professionista serio, uno che in allenamenti faceva cose straordinarie e in partita si ripeteva alla grande! Possiamo dire che Dio ogni secolo manda sulla terra quattro – cinque fuoriclasse, Maradona è stato uno di questi…

(Franco Vittadini)