Pronto soccorso e rete emergenza, pubblicato l’ultimo rapporto Agenas sulle efficienze regionali del sistema. Il quadro generale resta critico, soprattutto perchè, come confermano i medici, sono ancora troppi gli accessi inappropriati per cure che non sono urgenti ma per problemi che potrebbero essere gestiti dai medici di base. Tuttavia ci sono alcune realtà nelle quali i servizi a pagamento e le modifiche stanno migliorando la situazione, perchè si è ridotto il numero di richieste aumentando così anche la qualità del servizio. Questo però sta accadendo solo nelle regioni che hanno investito di più per garantire lo smistamento corretto degli accessi.



Al primo posto Bolzano, poi in Lombardia, grazie al percorso dedicato alle urgenze differibili ed in Emilia, con i Cau (Centri di assistenza urgenza territoriali). Peggio di tutti Sicilia, Sardegna e Campania, agli ultimi posti per tempistiche della presa in carico. Dalle statistiche infatti, emerge che in queste regioni molti pazienti abbandonano il reparto dopo l’accesso perchè scoraggiati dalle attese. Sono tra il 24 e l’11% quelli che fuggono prima che sia stata stabilita una diagnosi o ancora prima della visita, contro il 6% circa della media nazionale .



Pronto soccorso, rapporto Agenas efficienza regioni: “Percorsi dedicati ai codici bianchi riducono affollamento”

Nei reparti di emergenza e pronto soccorso c’è ancora il problema della carenza di personale e degli accessi per problemi non urgenti. Tuttavia la situazione nazionale sembra essere in lieve miglioramento dopo l’intervento di alcune regioni che hanno differenziato i percorsi e istituito alternative per potenziare la medicina territoriale. Ad esempio dove sono stati istituiti ambulatori appositi per i codici bianchi con prestazioni a pagamento, i pazienti non affollano le strutture, visto che il prezzo può arrivare anche fino a 120 euro per avere una Tac.



La dottoressa Pina Tommasielli, medico di medicina generale ha commentato al quotidiano Il Mattino i risultati, proponendo alcune soluzioni. Come ad esempio la facile consultazione del fascicolo sanitario dei pazienti, che potrebbe permettere ai medici del pronto soccorso di valutare tutto il quadro generale senza ripetere inutili indagini. Però in merito alla “fuga” dopo l’accesso in attesa di visita dice: “Chi sta davvero male, quasi mai va via