Il Copasir si occuperà dei social, effettuando approfondimenti sulla propaganda russa in Italia. Ad annunciarlo è stata Federica Dieni, vicepresidente Copasir ed esponente del Movimento Cinque Stelle. La donna, parlando ai microfoni del “Corriere della Sera”, ha chiarito che ormai da mesi si avverte l’esigenza di approfondire il tema della disinformazione, che “non è posta in essere solo da canali russi, ma anche da altri Stati. Siamo partiti dai sistemi di informazione tradizionali, convocando Fuortes per la Rai e Lasorella per l’Agcom e adesso estenderemo le audizioni anche ai social. Non abbiamo ancora una lista definita, cercheremo di capire quali sono gli attori più importanti da audire. Attraverso i social si crea molta disinformazione. Il settore va regolamentato, perché siamo al liberi tutti”.
A giudizio della vicepresidente Dieni e del Copasir, sui social sono permeabili alla propaganda russa anche altri Paesi, ma in Italia “forse noi abbiamo meno anticorpi, perché questo tipo di minaccia è stato sottovalutato. In campo energetico siamo più fragili e ricattabili perché dipendiamo dalla Russia a causa di scelte degli ultimi vent’anni. Ma ci siamo dimostrati molto forti a livello di governo per rispondere a questo tipo di ricatto”.
COPASIR CONTROLLERÀ I SOCIAL. DIENI: “NON DOBBIAMO OFFRIRE UN MEGAFONO A VISIONI CHE ARRIVANO IN MODO DIROMPENTE ALL’OPINIONE PUBBLICA”
Sempre al “Corriere della Sera”, l’onorevole Dieni ha spiegato che, anche se il Copasir si occuperà dei social, il governo Draghi non è rimasto impassibile nei confronti di questo argomento: “Ha bandito Russia Today e Sputnik, ma il sistema della propaganda non si è arrestato. Per questo è importante fare valutazioni sulla bontà delle informazioni che si diffondono, per capire se c’è l’ingerenza di Stati stranieri che vogliono orientare l’informazione attraverso canali tv e social”.
E, ancora: “Se abbiamo cercato di sensibilizzare Rai e Agcom non è certo per limitare la libertà di espressione, ma per spiegare i meccanismi con cui alcuni governi operano. Dobbiamo stare attenti a non dare un diritto di tribuna a chi fa propaganda. Non è utile per il nostro Paese offrire un megafono per amplificare visioni che arrivano in modo dirompente all’opinione pubblica, come è accaduto con l’intervista al ministro russo Lavrov”.