La proposta di Joe Biden sulle emissioni di carbonio è stata bocciata dal settore energetico statunitense. I proprietari delle centrali elettriche Usa hanno criticato il vasto piano di riduzione delle emissioni di carbono del settore elettrico, spiegando che è inattuabile, poiché si basa troppo su tecnologie costose che non sono state ancora dimostrate. Pertanto, il gruppo commerciale Edison Electric Institute (EEI) ha chiesto all’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) di rivedere gli standard proposti per le centrali elettriche, che si basano sulla diffusa disponibilità commerciale della cattura e dello stoccaggio del carbonio (CCS) e dell’idrogeno verde a basse emissioni, aggiungendo – come riportato da Reuters – che la visione dell’agenzia non è «legalmente o tecnicamente valida».
In un comunicato pubblicato martedì, alla scadenza del termine fissato dall’agenzia per la ricezione di commenti, l’EEI ha dichiarato che «le aziende elettriche non sono fiduciose che le nuove tecnologie che l’EPA ha designato come base per gli standard proposti per la generazione a base fossile nuova ed esistente soddisfino i requisiti di prestazione e di costo nei tempi previsti dall’EPA». La resistenza dell’Edison Electric Institute e di altri gruppi legati all’energia rappresenta una sfida potenzialmente importante per l’agenda climatica dell’amministrazione Biden. Il presidente americano ha fissato l’obiettivo di raggiungere entro il 2035 l‘azzeramento delle emissioni nel settore energetico. Questo obiettivo è una parte centrale dell’impegno di Washington a dimezzare la produzione di gas serra degli Stati Uniti entro il 2030, come parte dell’accordo internazionale per combattere il cambiamento climatico globale.
PIANO EPA BOCCIATO DA SETTORE ENERGETICO USA
Il piano dell’EPA, proposto a maggio, limiterebbe per la prima volta la quantità di anidride carbonica che le centrali elettriche possono emettere, dopo che i precedenti tentativi erano stati bocciati in tribunale. Per i gruppi ambientalisti Clean Air Task Force e Natural Resources Defense Council, la proposta «prevede tempi generosi per l’attuazione e la conformità e non causerà problemi di affidabilità se finalizzata». Invece, il mondo industriale è particolarmente preoccupata per gli standard proposti per le centrali elettriche a gas naturale esistenti, che sarebbero difficili da adattare alla CCS o all’idrogeno a causa dei vincoli di spazio e di altre limitazioni. Come evidenziato da Reuters, il più grande operatore di rete elettrica degli Stati Uniti, PJM Interconnection, e altri tre operatori, che servono un totale di 154 milioni di clienti, hanno espresso preoccupazione. In una dichiarazione congiunta, gli operatori di rete hanno esortato l’EPA a non adottare il piano prima di aver esaminato a fondo il suo impatto sull’affidabilità delle reti elettriche, sottolineando il suo «impatto agghiacciante» sugli investimenti per mantenere le unità dispacciabili esistenti.
Edison Electric Institute ha chiesto all’agenzia di «riproporre o integrare in modo significativo» le norme proposte per gli impianti a gas esistenti. Invece, una società di servizi pubblici, Constellation (CEG.O), con sede a Baltimora, ha preso le distanze dalla posizione dell’EEI e ha dichiarato di sostenere le linee guida proposte dall’EPA. L’azienda ha tuttavia dichiarato di essere alla ricerca di miglioramenti alla norma. L’Associazione nazionale delle cooperative elettriche rurali, che rappresenta 900 aziende elettriche di proprietà dei soci, ha chiesto all’EPA di ritirare la norma proposta, affermando che avrebbe compromesso l’affidabilità e l’accessibilità economica. Anche i sindacati, lo United Mine Workers of America e l’International Brotherhood of Electricity Workers, hanno chiesto all’EPA di rifare la norma e hanno criticato la sua dipendenza dalla CCS, affermando che mette a rischio i posti di lavoro.