E’ arrivata la risposta ufficiale di un portavoce del fondo Elliott, che ha risposto all’inchiesta di Report che su Rai 3 ha avanzato l’ipotesi che la proprietà del Milan faccia riferimento in realtà a due finanzieri napoletani, Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione. Questa la dichiarazione riportata dall’Ansa che fa appunto riferimento a un portavoce ufficiale del fondo finanziario: “Elliott Associates LP ed Elliott International LP hanno congiuntamente il completo controllo della holding a cui fa capo il Milan. Elliott detiene il 96% del club, mentre la restante quota è di pertinenza dei nostri partner. Elliott è pienamente impegnata a riportare il Milan ai vertici del calcio europeo, facendo leva sui principi di stabilità finanziaria e corretta supervisione, ora già saldamente in atto. Elliott ha finanziato il percorso di rilancio del Milan negli ultimi anni, con oltre 600 milioni di euro investiti nel club. Elliott si è inoltre impegnata a partecipare a un investimento privato di 1,2 miliardi di euro per la costruzione di un nuovo stadio all’avanguardia per la città di Milano e di un innovativo distretto multifunzionale, che insieme contribuiranno alla continua trasformazione del Milan, offrendo non solo un punto di riferimento iconico alla città ma anche un progetto di eccellenza per il calcio italiano”. (agg. di Fabio Belli)



REPORT: 2 FINANZIERI NAPOLETANI HANNO IL CONTROLLO

Nella nuova puntata di “Report” in onda lunedì sera si torna a parlare di Milan e della proprietà americana legata al Fondo Elliott di Paul e Gordon Singer, con alcuni documenti che sveleranno – secondo gli autori della trasmissione in onda su Rai 3 – come in realtà i veri proprietari della società rossonera sarebbero gli italianissimi Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione. Il presunto scoop verrà lanciato nel corso della puntata, ma sul Corriere della Sera Mario Gerevini ha già di fatto “anticipato” il contenuto delicato: ci sarebbero 2 documenti che ribalterebbero le certezze sulla proprietà del Milan (questi i link del CorSera, ndr). Hanno infatti 6001 azioni – ovvero la soglia critica della maggioranza della società – il gruppo lussemburghese Blue Skye di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, due finanzieri di origini napoletane. Secondo la linea avanzata da Report e il Corriere della Sera, il Milan sarebbe gestito da capitai del Fondo Elliott ma non ne avrebbe il pieno controllo: «finora è mancata un’informazione trasparente, in particolare sugli assetti di Project Redblack, la società lussemburghese dove si saldano gli interessi dei due azionisti (Blue Skye ed Elliott) e che controlla pressoché interamente il club rossonero», attaccano i media in attesa di una risposta certa da parte della società di cui è presidente Paolo Scaroni.



CHI HA LA PROPRIETÀ DEL MILAN?

Elliott ha sempre fatto sapere di avere in mano il 95% del Milan, acquisito dopo la già controversa stagione “cinese” del gruppo in mano al “misterioso” Yonghong Li. Secondo i documenti reperiti da Corriere e Report, la Blue Skye avrebbe invece il vero 51% del capitale in tasca, sebbene i documenti non siano del tutto chiari in nessuna delle due versioni; lo scorso 16 settembre la Project Redblack ha comunicato che il fondatore e patron attuale del Milan Paul Singer è il vero beneficiario effettivo del club ma titolare del 49% del capitale, «proprietario del fondo Elliott che gestisce patrimoni per conto terzi. Salvatore Cerchione, 49 anni, residente ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi (e precedentemente a Ibiza) è il titolare di poco più del 25% (25,0042%), così come Gianluca D’Avanzo, 45 anni, residente oggi nel Regno Unito ma fino a non molto tempo fa a Magdalenka Mazowieckie, paesino polacco di 2 mila abitanti». Resta dunque il rebus, sul perché – e soprattutto se è vero – che i due finanziari napoletani abbiano 2 azioni in più di Elliott per tenere in “mano” la proprietà di maggioranza della squadra oggi prima in classifica in Serie A. Di contro oggi il portale “Calcio e Finanza” replica alle “accuse” di Report spiegando nel dettaglio (qui tutta la ricostruzione, ndr) come in realtà « sia in termini di diritti economici, sia in termini di diritti di voto, sia di gran lunga superiore a quello della società di Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo».