Con l’approvazione del DL Crescita al Senato, è diventata ufficiale la proroga del pagamento delle imposte 2019. Secondo quanto previsto da un emendamento al testo, dunque, i termini slittano a fine mese, precisamente dal primo luglio – come inizialmente previsto – al 30 settembre. La nuova scadenza riguarda in particolare le imposte sui redditi Irpef, Ires ed Irap ma anche Iva, diritto camerale e contributi INPS oltre il minimale. Per tutti la scadenza originaria era fissata al primo luglio ma l’emendamento al Decreto Crescita ha ufficializzato la proroga a quasi tre mesi dopo. Tuttavia ci sarebbero ancora dei dubbi sul coinvolgimento dei contribuenti minimi e forfettari che dovrebbero essere esclusi dalla proroga ma dovrebbe applicarsi a tutti i “soggetti per i quali gli Isa sono stati approvati”. Il processo di introduzione degli indici sintetici di affidabilità fiscale non ha permesso ai contribuenti di prendere sufficientemente confidenza con la nuova metodologia statistico-economica e proprio il ritardo con il quale è stato lanciato il software per l’elaborazione degli ISA ha portato ad una proroga dei termini di pagamento delle imposte 2019.



PROROGA SCADENZA IMPOSTE 2019: AL NUOVA DATA

Generalmente il versamento delle imposte ha una scadenza fissata al 30 giugno ma quest’anno, cadendo di domenica, era slittata automaticamente al primo luglio. Nonostante questo, con la conversione del DL Crescita in legge è giunta la novità di una proroga di tre mesi. La notizia della proroga in un primo momento era stata annunciata dall’Agenzia di stampa Ansa, come spiega il portale Scadenze Fiscali: “un DPCM del Ministero dell’Economia e delle Finanze, mai ufficializzato, avrebbe dovuto spostare il termine per il versamento delle imposte da dichiarazione dei redditi 2019 dal 1° al 22 luglio”. Successivamente però è giunta l’ufficialità con la proroga al 30 settembre inserita direttamente in un emendamento al DL Crescita e confermata con l’approvazione in via definitiva. Chiaramente i contribuenti non sono obbligati ad adeguarsi ai tempi lunghi ma possono decidere di pagare le imposte secondo la scadenza originaria al primo luglio.

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