Dopo il via libera di ieri del Senato, è arrivato l’ok anche della Camera sulla proroga dello Stato di emergenza fino al prossimo 15 ottobre. L’aula ha avallato la proposta del Governo con 286 voti favorevoli, 221 voti contrari e 5 astenuti. Ma di certo non si sono spente le polemiche. Nel corso del suo intervento alla Camera, il premier Conte ha tenuto a precisare che l’ipotesi di un nuovo lockdown è una fake news e che parlare di atteggiamento liberticida è «grave». Ma l’opposizione non ci sta e Giorgia Meloni è tornata a scagliarsi contro l’esecutivo giallorosso: «Il Governo ha messo in campo una deriva liberticida con la scusa del coronavirus: lo stato di emergenza serve per consolidare l’esecutivo ed il potere facendo ciò che volete senza regole e controlli». La leader di Fratelli d’Italia ha poi aggiunto: «Lei fin qui ha avuto poteri straordinari tanti da configurare quasi i pieni poteri, ma li avete usati per fare un’infornata di 300 nomime pubbliche nel corso del lockdown. Li avete usati per mettere nei decreti cose che non c’entrano nulla con la pandemia». (Aggiornamento di MB)



PROROGA STATO DI EMERGENZA, CONTE: “NON É RITORNO LOCKDOWN”

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in Aula alla Camera, sulla questione relativa alla proroga dello Stato di Emergenza, dove è in corso la votazione. Il premier ha sottolineato: «Voglio chiarire – le parole riportate da Il Mattino – perché ieri c’è stato qualche fraintendimento, non sto dicendo che è preclusa una valutazione politica anzi siete chiamati a farla. Voglio dire che il governo sta valutando questa proroga per esigenze organizzative, non certo perché si vuole fare un uso strumentale come qualcuno si è spinto a fare perché si vuole assumere un atteggiamento liberticida, si vuole reprimere il dissenso mettendo i cittadini in uno stato di soggezione», aggiungendo che «Sono affermazioni gravi che non hanno alcuna rispondenza nella realtà». Il massimo esponente dell’esecutivo italiano ci tiene quindi a precisare che prorogare lo Stato di Emergenza non significa ritornare al lockdown: «Se non si condivide la necessità di prorogare lo stato di emergenza lo dica in modo franco ma non si attribuisca al governo e non si faccia confusione nella popolazione perché oggi leggendo alcune pagine e risposte sui social ho visto che c’è qualcuno che è stato convinto che la proroga dello stato di emergenza significhi tornare al lockdown, significhi misure più restrittive dal primo agosto, non è affatto così». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PROROGA STATO DI EMERGENZA, OGGI VOTO CAMERA, DIRETTA VIDEO CONTE “SCELTA OBBLIGATA”

Quest’oggi, mercoledì 29 luglio 2020, la Camera dei Deputati è chiamata a esprimere il proprio voto circa la proroga dello stato di emergenza sino al prossimo 15 ottobre, come stabilito dal Governo Conte. Una scelta in merito alla quale ha già esternato il proprio parere favorevole (con approvazione a maggioranza) il Senato, dopo che lo stesso premier ha sottolineato che tutte le misure anti-contagio, che stanno limitando la diffusione del Coronavirus sul territorio italiano, perderebbero immediatamente d’efficacia, qualora venissero cancellate. “Benché la proroga non sia condizione di legittimità per estendere temporalmente l’efficacia delle misure in vigore, è però evidente come queste siano radicate proprio nello stato di emergenza. La proroga è una scelta inevitabile e obbligata, fondata su valutazioni meramente tecniche. D’altro canto, i numeri relativi ai contagi in Italia sono in netta diminuzione e il sistema sanitario non rischia più il collasso di cui si è fatto un gran parlare nei mesi invernali e primaverili.



PROROGA STATO DI EMERGENZA, CONTE: “LA PANDEMIA NON È ANCORA FINITA”

In merito alla proroga dello stato di emergenza, Giuseppe Conte ha ricordato come la pandemia si sia ridimensionata, ma non sia ancora finita, lanciando poi un importante monito: “Mi permetto di dire che anche questo dibattito dovrebbe attenersi ai profili tecnici e giuridici della decisione. Un’impropria drammatizzazione di significato potrebbe sì creare un danno all’immagine del Paese all’estero”. Inoltre, il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Non credo che su queste questioni si debba ragionare sulla base di schieramenti precostituiti. Bisogna essere consapevoli che la fine dello stato di emergenza al 31 luglio farebbe arrestare il sistema di protezione e prevenzione costruito in questi difficili mesi nell’interesse della collettività, a tutela della salute. Che è precondizione per il godimento di tutti gli altri diritti.  Sono state scelte difficili, ma che ci hanno permesso di superare con successo le fasi più acute dell’emergenza. Sono scelte che abbiamo sempre condiviso con il Parlamento”.