Si va verso la prostituzione abolita in Spagna. Nelle scorse ore, infatti, la proposta del Psoe, presentata in Parlamento dalla vicesegretaria Adriana Lastra per mezzo di una citazione della pioniera del suffragio femminile, Clara Campoamor, che definì la prostituzione “incompatibile con la dignità umana e un fallimento per l’etica di uomini e donne”. Il quotidiano “Avvenire” ha evidenziato che, nonostante le pene per lo sfruttamento previste dal Codice penale, in landa iberica la prostituzione non può considerarsi abolita, perché “consentita in assenza di coercizioni, se non praticata da minori e in spazi pubblici”.
In questo momento, dunque, è stato compiuto un passo avanti, con il via libera all’iter parlamentare dell’iniziativa del Psoe con 232 voti, grazie all’appoggio del Partito Popolare e di Podemos, dal quale “si sono smarcati i deputati di En Comun, il braccio di Unidas Podemos che fa capo alla sindaca di Barcellona, Ada Colau, a favore di depenalizzare la prostituzione e di tutelare i diritti di chi esercita la professione. Nel dibattito sono apparse non conciliabili le posizioni fra socialisti e gli alleati di Sinistra, gli indipendentisti catalani, contrari alla normativa, che a loro dire criminalizza chi sceglie la prostituzione, dà le spalle alle lavoratrici s*ssuali, e confonde tratta con prostituzione”.
SPAGNA, PROSTITUZIONE ABOLITA? SCONTRO IN PARLAMENTO
È ancora l'”Avvenire” a dire che fra i 38 ‘no’ alla proposta di legge per la prostituzione abolita in Spagna campeggiano anche quelli dei liberali di Ciudadanos, mentre, “fra le 69 astensioni, i baschi del Pnv e di Bildu, e Vox, per motivi diversi. I primi esigevano una riforma della legge per gli stranieri e una normativa integrale contro la tratta, promessa dal governo. L’estrema Destra ha criticato il proibizionismo del Psoe, senza rafforzare la lotta alle mafie che controllano il traffico di immigrati”.
La proposta “non rende illegale la prostituzione, ma corregge l’articolo 187 del Codice penale, introducendo pene da 3 a 6 anni per gli sfruttatori e sanzioni per i clienti”. La normativa, inoltre, “punisce chi affitta appartamenti o locali e introduce il carcere per i proprietari dei postriboli. Ma, secondo molte associazioni che offrono assistenza alle donne in situazione di prostituzione, non offre protezione, formazione e inserimento alle sopravvissute alla tratta, né a chi decide di denunciare lo sfruttamento”.