La commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere dell’Eurocamera ha dato il via libera al progetto di relazione sulla prostituzione nell’Ue. Approvato il testo con le sue implicazioni transfrontaliere e il suo impatto sull’uguaglianza di genere e i diritti delle donne. La riforma, approvata con 16 voti favorevoli, 10 contrari e 3 astensioni, mette in evidenza come l’asimmetria tra le norme nazionali sulla prostituzione all’interno dell’Ue provoca un numero maggiore di vittime della tratta a fini di sfruttamento sessuale. Questo a maggior ragione se la prostituzione opera a livello transfrontaliero, come spiega l’Ansa.
Per questo gli Stati membri sono invitati a proteggere meglio le donne che si prostituiscono introducendo il “modello Nordico” che prevede conseguenze penali per i clienti e gli sfruttatori ma non per chi sceglie di prostituirsi. Secondo gli eurodeputati, il peggioramento della situazione sociale ed economica dovuto alla pandemia e l’aumento del costo della vita hanno fatto sì che aumentassero anche i casi di abuso e violenza contro le donne. Tra questi anche lo sfruttamento sessuale. Molte donne hanno visto peggiorare le proprie situazioni difficili finendo per scegliere di prostituirsi, mettendosi spesso nelle mani di sfruttatori.
Le regole Ue negli Stati Membri
Come sottolineato dalla commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere dell’Eurocamera, la prostituzione e il traffico a scopo di sfruttamento sessuale esistono perché ne esiste una domanda. Dunque, ridurre questa vorrebbe dire prevenire la prostituzione e ridurre il traffico di esseri umani. Lo scopo, però, è non danneggiare coloro che si prostituiscono ma coloro che sfruttano e lucrano in questo ambito e gli stessi clienti. Così gli eurodeputati hanno invitato gli Stati membri ad adottare misure urgenti per affrontare la pubblicità online che incoraggia direttamente o indirettamente la prostituzione o che cerca di attirare acquirenti.
Alessandra Maiorino, coordinatrice del comitato M5S Politiche di genere e Diritti Civili, in una nota ha affermato: “Anche l’Italia deve adeguare la sua normativa e a questo proposito a breve ripresenterò il mio Ddl per introdurre il modello neo-abolizionista indicato dalla stessa Unione Europea. Il testo, già depositato nella scorsa legislatura, avrà alcune con ulteriori integrazioni, specialmente nella parte del supporto alle donne vittime di tratta o comunque in uscita dal mercato prostitutivo”.