A Uno Mattina il presidente della Coldiretti Ettore Prandini per parlare delle manifestazioni in Francia e Germania degli agricoltori: si rischia anche in Italia una situazione simile? “Sono due situazioni diverse fra Italia e Europa – precisa Prandini – soprattutto per quanto riguarda le proteste degli agricoltori francesi e tedeschi che sono strettamente connesse ai tagli dei sussidi all’agricoltura, in Germania per più di 3 miliardi e in Francia con valori molto importanti. In Italia siamo riusciti ad aumentare le risorse storicamente stanziate, chiaro che rimangono elementi di fragilità in alcune filiere produttive ma il lavoro deve essere continuo e costante per dare una certezza sulla corretta remunerazione dei nostri imprenditori”.
Prandini ha proseguito: “A livello europeo è un’altra cosa: è in Ue che vengono prese le scelte che poi incidono sulla vita dei nostri imprenditori, non a caso come Coldiretti andremo a mobilitare in quel contesto per dare ancora più attenzione ad alcune strategie che devono essere improntate su sviluppo e crescita di filiere stesse”. E ancora: “I giovani sono la possibilità di dare continuità ad un lavoro che oggi il mondo ci invidia, più facilitiamo il ricambio e più saremo in grado di competere sulle sfide di innovazione per i processi produttivi. Perchè i giovani entrino o stiano in agricoltura, alla base di tutto c’è una corretta redditualità del lavoro. Per anni ci siamo impegnati sulla qualità, oggi la sfida deve essere avere una giusta soddisfazione di lavoro e sacrifici dei nostri imprenditori”.
PROTESTE AGRICOLTORI, PRANDINI: “IN ITALIA CI SIAMO DIMENTICATI DI COLLINE E MONTAGNE”
Infine Ettore Prandini ha parlato del tema dello spopolamento dei borghi: “Per troppi anni abbiamo parlato di grandi città metropolitane, ci siamo occupati troppo poco di colline e montagne, con tutto ciò che ne deriva anche in termini di rischio dissesto idrogeologico come visto in Toscana, Marche ed Emilia Romagna. La programmazione è fondamentale, c’è stata una demonizzazione di tante filiere agricole soprattutto zootecniche che invece sono strategiche soprattutto per colline e alte montagne. Dobbiamo dare certezza ad una giusta soddisfazione del lavoro che questi imprenditori vanno a svolgere”.