La protesta dei taxi va avanti, clima di alta tensione a Roma. Dopo essersi incatenati ieri di fronte a Palazzo Chigi, i manifestanti continuano a mandare messaggi al governo. Le autorità hanno blindato i palazzi istituzionali. Non sono mancati i momenti di preoccupazione, a causa del lancio di petardi e fumogeni. Diversi i cori scanditi dal corteo, in particolare contro il governo e contro Uber.



La manifestazione dei taxi è legata all’articolo 10 del ddl Concorrenza, la richiesta diretta all’esecutivo è di stralciare il provvedimento. Entrando nel dettaglio della protesta contro la liberalizzazione della categoria, sono 300 i manifestanti che hanno bloccato una via del Corso. I sindacati chiedono un confronto e non mancano le dichiarazioni di fuoco.



PROTESTA TAXI: LE ULTIME NOTIZIE

“Non sappiamo se riceveranno una nostra delegazione oggi. Entro domani se non capita nulla succederà qualcosa. E’ vergognoso, ci sono migliaia di famiglie che rischiano di finire sul lastrico”, le parole di un manifestante riportate da Adnkronos. Come dicevamo, le sigle sindacali al fianco dei tassisti invocano la revisione dell’articolo 10 del ddl concorrenza: “E’ necessario identificare chi fa che cosa, Ncc, taxi… ed è necessario definire con più esattezza ruoli e funzioni. E’ una proposta del ministro Bellanova e noi eravamo rimasti al fatto che quella proposta potesse essere presa in considerazione. Aspettiamo dati concreti”, le parole del segretario generale della Uil, Pier Paolo Bombardieri, riportate dall’Ansa. Il braccio di ferro non serve a nessuno, ha evidenziato Luigi Sbarra della Cisl: “Ci sono ancora i tempi per ragionare, anche nella prospettiva di trovare un giusto equilibrio su quest’articolo 10 del testo sulla concorrenza all’esame della Camera”. Di tutt’altro tenore la posizione del Codacons, che invita il governo a non cedere alle “violenze” dei tassisti: “Deve proseguire sulla strada del Ddl concorrenza introducendo nel comparto e innovazioni che servono ai consumatori, rimandate da troppi anni”.