Le proteste dei musulmani estremisti davanti a scuole e cinema nel Regno Unito «rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale». A lanciare l’allarme è il think tank Henry Jackson Society, che in un rapporto mette in guardia dai rischi della mancata protezione di insegnanti e altri soggetti dalle intimidazioni, perché ciò si sta trasformando in una sorta di tacita legge anti-blasfemia. Il documento di 69 pagine, dal titolo “Britain’s New Blasphemy Police?“, si sofferma su una serie di incidenti avvenuti negli ultimi anni, come il caso di un insegnante della Batley Grammar School, nel West Yorkshire, che ha mostrato agli alunni una vignetta del profeta Maometto durante una lezione di religione. Subito ci sono state proteste davanti ai cancelli della scuola e il docente si è dovuto nascondere per due anni.
Il rapporto ha rilevato che alcuni degli estremisti musulmani avevano espresso parole di elogio nei confronti di chierici religiosi estremisti, affermando che la risposta della scuola, che addirittura si è scusata, rappresenta un «precedente preoccupante», in quanto «le scuole non religiose non dovrebbero essere soggette a restrizioni religiose». Nel rapporto viene menzionato anche l’incidente di Wakefield, dove un Corano è stato accidentalmente danneggiato nel parco giochi, provocando minacce di morte a un ragazzo autistico di 14 anni e a sua madre, che si è dovuta presentare in una moschea locale per scusarsi. Questo report raccomanda al governo britannico di creare una task force interdipartimentale per indagare su quanto accaduto a Batley e Wakefield.
“NON SOTTOVALUTARE PROTESTE ESTREMISTI MUSULMANI”
Più in generale, l’autrice del rapporto, Charlotte Littlewood, ricercatrice presso il think tank sopracitato, ha concluso che il contraccolpo per le proteste offensive degli estremisti musulmani rappresenta «una seria minaccia alla coesione sociale, alle libertà individuali e alla coesistenza pacifica di comunità diverse all’interno del Regno Unito». Il problema è che questa minaccia «forse non viene presa sul serio come il terrore di stampo salafita-jihadista, ma è comunque una minaccia che ha il potenziale di ispirare intimidazioni, violenze e persino omicidi di massa». Anche se la maggior parte dei casi esaminati rientra nella legalità, «in alcuni casi hanno il potenziale per trasformarsi in azioni minacciose e persino violente». Littlewood esorta il Ministero degli Interni britannico a fare di più per bloccare l’ingresso di predicatori estremisti nel Regno Unito, così come ha bloccato gli oratori di estrema destra.
Inoltre, i consigli locali stanno assumendo «posizioni contraddittorie e problematiche» e le «risposte di scuole, case editrici e cinema sono state incoerenti e potenzialmente guidate dalla paura». A tal proposito, rilancia: «Accettare una tacita legge anti-blasfemia è antitetico ai nostri valori democratici e rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale. Le scuole, i cinema e le case editrici hanno bisogno di impegni per garantire la loro sicurezza di fronte alle minacce e di linee guida rinnovate e solide su come rispondere alle minacce di azioni antiblasfeme». Per quanto riguarda il Dipartimento dell’Istruzione, l’invito del think tank è di dare priorità alla sicurezza del personale e degli alunni e alla possibilità di insegnare senza censura.
“ESTREMISMO IDEOLOGICO CON PROPENSIONE ALLA VIOLENZA”
Per il deputato conservatore Tim Loughton, che ha scritto una prefazione al rapporto, sostiene che le proteste degli estremisti musulmani mostra «l’azione antiblasfema estrema come un rischio crescente per i principi fondamentali del nostro sistema democratico liberale, compreso il diritto alla libertà di parola e alla libertà di religione». Il rapporto conferma, dunque, che «è tempo di dedicare all’azione antiblasfema estrema la stessa attenzione che riserviamo a gruppi come Al-Qaeda e ISIS. Se gli attacchi agli uffici di Charlie Hebdo in Francia sono un dato di fatto, questo estremismo ideologico non ha una minore propensione alla violenza». Un portavoce del Ministero dell’Interno ha commentato: «L’estremismo non ha posto nella nostra società. Lavoriamo a stretto contatto con le forze dell’ordine, le comunità locali e i nostri partner internazionali per affrontare gruppi e individui che seminano divisione e odio».
Invece, un portavoce del Dipartimento per l’Istruzione ha dichiarato: «Siamo stati chiari sul fatto che non è mai accettabile minacciare o intimidire gli insegnanti e incoraggiamo il dialogo tra genitori e scuole quando emergono problemi. Le scuole sono libere di includere nel loro programma di studi un’ampia gamma di temi, idee e materiali, anche quando sono impegnativi o controversi, nel rispetto dell’obbligo di garantire l’equilibrio politico. Tuttavia, devono trovare un equilibrio con la necessità di promuovere il rispetto e la tolleranza tra persone di fedi e credenze diverse, anche nel decidere quali materiali utilizzare in classe».