Basta ad una scuola che impone rigide regole. Come riporta Libero, gli studenti negli istituti italiani protestano perché vorrebbero un’istituzione che non lo sia poi tanto e che sia più malleabile sotto alcuni aspetti, orario in primis. Sarebbe infatti proprio la questione orario quella più odiata dagli alunni, pronti a manifestare in tutta Italia con striscioni e megafoni vari. Il primo ad essere occupato è stato il liceo Pilo Albertelli di Roma, che giovedì scorso alla finestra ha fatto sventolare una bandiera della Palestina, ma non solo. Vari, infatti, gli argomenti sul banco, come spiegato proprio dagli studenti: “Quest’anno ci sono state poche iscrizioni. La colpa è di questo modello di scuola-gabbia: continuano a persistere situazioni di stress ed ansia provocate da un sistema scolastico basato sul merito, sulla competizione e sull’individualismo”.



Domenica è stato occupato, sempre nella Capitale, anche il liceo Visconti. “Proponiamo un vasto programma di corsi, conferenze e didattica alternativa per dare la possibilità a tutti di arricchire il proprio patrimonio culturale” hanno affermato gli alunni, che vorrebbero ribaltare la “scuola del merito”, che secondo loro avrebbe portato ad una “brutale selezione darwiniana che premia chi eccelle e lascia indietro chi ha difficoltà”. In particolare, i liceali avrebbero chiesto l’abolizione dei cosiddetti “ritardi brevi”, ossia quelli che vanno da uno a dieci minuti dall’inizio delle lezioni.



Proteste nei licei di Roma: “Vogliamo un modello alternativo di scuola”

Proseguono le proteste nelle scuole italiane, licei in primis. Tra le varie richieste, come abbiamo visto, quella dell’abolizione dei cosiddetti “ritardi brevi” ossia quelli da uno a dieci minuti dopo l’inizio delle lezioni. Secondo gli studenti, questo provocherebbe disagi soprattutto a chi non vive in centro e deve affidarsi al sistema di trasporto pubblico romano. Come spiega Libero, secondo gli alunni questo sistema non farebbe altro che aumentare le discriminazioni dando vita alla “scuola di quartiere”. Dunque, la nota per chi arriva fuori orario sarebbe classista poiché discriminerebbe chi arriva tardi a causa della distanza dall’istituto e dei mezzi pubblici.



Sempre al Visconti di Roma è stato proposto anche “un modello alternativo di scuola, che non si basi sull’individualismo e la competizione ma sull’integrazione e la crescita personale e che educhi gli studenti come membri di una comunità”. A Napoli, invece, il liceo Giambattista Vico manifesta per la Palestina: “Con questa occupazione vogliamo rompere il silenzio, inaccettabile, che ci viene imposto dall’informazione occidentale davanti alle migliaia di morti civili della Striscia. Pretendiamo che nei nostri licei si dica chiaramente che a Gaza è in corso un genocidio che nessun modello d’istruzione coloniale e filo-sionista potrà giustificare”.