Le proteste dei trattori hanno messo sotto pressione la Commissione Europea, che dopo l’assedio a Bruxelles e alle frontiere, si è vista costretta a rimandare la decisione che doveva obbligare a lasciare incolto il 4% dei terreni. Un provvedimento, che insieme a quelli previsti in Francia e Germania, rischia di mandare gli agricoltori in fallimento. A Berlino infatti, la causa scatenante è stata l’abolizione degli sgravi fiscali per l’acquisto del gasolio agricolo e l’esenzione dal bollo per i trattori. Anche a Parigi il governo stava studiando una soluzione analoga, con l’aggiunta di una accelerazione sulle norme per il passaggio all’elettrico.
Anche se questo non basterà a placare le proteste, come riporta oggi il quotidiano Libero, la presidente del consiglio europeo Ursula von der Leyen, è intervenuta a sottolineare l’importanza dell’agricoltura e degli imprenditori che operano nel settore, impegnandosi a proporre soluzioni per ridurre la pressione burocratica che grava sulle aziende agricole, dicendo in conferenza stampa: “Gli agricoltori svolgono un ruolo essenziale nella società europea. “Sono attori chiave nell’assicurare l’uso sostenibile delle risorse naturali e contribuiscono positivamente al nostro commercio estero. Hanno dimostrato una notevole resilienza,ma restano delle sfide“, ha detto, aggiungendo: “Possono contare sul sostegno dell’Europa”.
Proteste trattori, le motivazioni: tagli agli sgravi fiscali sul gasolio e libere importazioni da paesi terzi
Mentre le proteste dei trattori stanno bloccando l’Europa, in Italia la situazione è nettamente migliore sotto il punto di vista fiscale e burocratico per gli agricoltori. Il governo infatti ha deciso di mantenere inalterati gli sgravi per il gasolio e di aumentare i fondi all’agricoltura. Soprattutto destinando 6,5 miliardi dal PNNR per il comparto, per la filiera e per il sostegno alle emergenze. Inoltre, come sottolinea il quotidiano Libero, il nostro paese è stato l’unico ad approvare il decreto che prevede il divieto di acquisto sottocosto all’origine. Ma i problemi principali sono da individuare nei regolamenti europei che prevedono varie penalizzazioni per gli imprenditori. Tra queste il taglio al 50% dei fitofarmaci, che comporterebbe una perdita delle produzioni del 30%.
In più, le importazioni a basso costo dall’estero, garantite dagli accordi con il Mercosur, che farebbero perdere sia in termini di qualità che di eccellenza a vantaggio di alimenti ultraprocessati. La revisione strategica annunciata dall’Europa ora sta cercando di arginare i danni. Ma gli accordi non saranno semplici. Se infatti da una parte Macron si è dichiarato disponibile ad una garanzia di egualitarismo Ue, Scholz ha fatto sapere di essere un sostenitore dei liberi scambi. E nel frattempo continuano le manifestazioni di protesta, comprese quelle guidate da Coldiretti, perchè, come ha dichiarato il presidente Prandini: “Si tratta di una battaglia per la dignità“.