Tornano a crescere i nuovi casi positivi di coronavirus in Italia. Il nuovo bollettino della Protezione civile ne registra 518 nelle ultime 24 ore, quindi il totale sale a 234.531. Leggermente in calo il numero dei morti: i decessi sono 85, per un totale che sale a 33.774 vittime dall’inizio dell’epidemia. Cresce il numero dei guariti, quasi raddoppiato rispetto a ieri: sono 1.886 nelle ultime 24 ore, quindi nel complesso 163.781. In considerazione di questi numeri, diminuisce sensibilmente il numero delle persone attualmente positive in Italia: sono -1.453 rispetto a ieri. La Regione Lombardia resta quella più colpita, tra l’altro dei 518 nuovi casi ben 402 sono localizzati proprio qui. Il totale in Lombardia sale a 89.256. Degli 85 morti, invece 21 sono i decessi registrati in Lombardia, dove ci sono 5 pazienti in meno ricoverati in terapia intensiva (in totale 120), mentre il totale dei ricoverati in altri reparti è di 2.960, sei in più rispetto a ieri. Ma potete consultare anche i bollettini di Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. (agg. di Silvana Palazzo)



BOLLETTINO PROTEZIONE CIVILE: DATI CORONAVIRUS

In attesa dei nuovi dati sul coronavirus in arrivo oggi pomeriggio con il consueto bollettino della Protezione Civile – e attendendo anche le “pagelle” delle Regioni con il monitoraggio Iss-Ministero Salute sugli indici di contagio da tutta Italia – la giornata di oggi non può che partire dai dati positivi emersi ieri. Nella settimana in cui il lockdown è andato definitivamente in pensione, gli effetti sui contagi a livello nazionale continuano ad essere confortanti seppure rimane alta la guardia e l’attenzione per le possibili “seconde ondate” nei prossimi giorni, quando si avranno i risultati effettivi sulle ultime riaperture. +88 morti (33.689 totali da inizio pandemia) sono uno dei punti più “bassi” della voce peggiore di ogni bollettino coronavirus: crescono di poco anche i nuovi contagi, “solo” +177 nelle ultime 24 ore con il numero dei contagiati al Covid-19 da inizio emergenza che sale così a 234.013. Di questi, ancora positivi sono 38.429 ovvero -868 rispetto al giorno precedente: buoni ancora i dati sui guariti (+957 su 161.895 totali), mentre sono stati processati ieri 49.953 tamponi in tutta Italia, 4.049.544 da fine febbraio fino al 5 giugno.



SCONTRO ISS-SINDACI SU REGOLE SPIAGGE

A chiudere il bollettino coronavirus emesso ieri dalla Protezione Civile ci pensano i dati regionali e quelli dal fronte ospedaliero: 338 pazienti in terapia intensiva (-15), 5.503 ricoverati con sintomi (-239), 32.588 in isolamento domiciliare senza sintomi o con sintomi lievi (-614). Da ultimo, il report del 4 giugno segnala ancora 20.224 persone contagiate dal coronavirus in Lombardia, 4.556 in Piemonte, 2.688 in Emilia-Romagna, 1.319 in Veneto, 883 in Toscana, 394 in Liguria, 2.754 nel Lazio, 1.303 nelle Marche, 830 in Campania, 967 in Puglia, 207 nella Provincia autonoma di Trento, 879 in Sicilia, 213 in Friuli Venezia Giulia, 704 in Abruzzo, 112 nella Provincia autonoma di Bolzano, 31 in Umbria, 108 in Sardegna, 10 in Valle d’Aosta, 102 in Calabria, 125 in Molise e 20 in Basilicata.



Nel frattempo, con l’estate che si avvicina sempre di più, crescono le polemiche per le regole anti-Covid 19 da tenere nelle spiagge italiane. Il report redatto ieri dall’Istituto Superiore di Sanità ha trovato subito una netta opposizione da parte dei sindaci italiani: «Fare il bagno in mare è a bassissimo rischio di contagio da coronavirus», hanno spiegato quelli dell’Iss che però evidenziano le diverse problematiche sugli assembramenti in spiaggia. Gli accessi agli stabilimenti attrezzati impongono la prenotazione, mentre per le spiagge libere sono i sindaci e gli altri enti locali competenti a dover far applicare le misure di riduzione del rischio. Le linee guida dell’Iss prevedono «il distanziamento interpersonale di almeno un metro, anche in acqua, e la registrazione degli utenti, per avere un elenco delle presenze e poter rintracciare chi è entrato in contatto con un contagiato». Il presidente Anci Antonio Decaro non ci sta e replica alle linee guida rigide e complicate da mettere in pratica: «La storia si ripete. Qualcuno decide regole complicate senza coinvolgerci e poi scarica su noi sindaci la responsabilità della loro applicazione. Questa volta si tratta dell’Istituto Superiore di Sanità, che affida a noi il compito impossibile di far rispettare, sulle spiagge libere, le nuove regole del distanziamento».