Non si placa la “furia” del coronavirus neanche per il giorno di Pasquetta anche se restano “frenate” sia gli aumenti dei deceduti che quelli dei contagi attualmente positivi: il bollettino quotidiano della Protezione Civile vede 20465 morti (+566, +2,8% rispetto a ieri), 103.616 contagi attuali al coronavirus, +1363 (+1,3%). Sul fronte dei dimessi-guariti, sono 35.435 a livello totale (+1.224, +3,6% rispetto a ieri); in merito ai ricoverati in Terapia intensiva, sono il 2% su casi totali / 3,1% su casi attuali e sono 3.260 (-83, -2,5%).
Il totale di tutti i casi da coronavirus dall’inizio della pandemia fino ad oggi sono 159.516 (+3.153, +2%): nella conferenza stampa del Commissario Borrelli si annuncia poi che «sono stati trasferiti nelle Regioni medici e infermieri solo negativi al tampone Covid-19» quindi è «falsa la notizia data da Repubblica Torino in merito all’invio di personale già positivi al coronavirus». Il professor Rezza dell’Istituto Superiore di Sanità ha spiegato che «nonostante il lockdown il contagio può continuare specie in casa, dunque la coda si allunga anche dopo le ferree misure imposte dal Governo. Ma il tempo che trascorre tra il momento del contagio e il momento della notifica, cioè oggi nel bollettino, passano anche 20 giorni». Non bisogna parlare dunque di “nuovi contagi”, bensì di «nuovi casi» e questo «vale anche per i decessi e la mortalità».
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BOLLETTINO LAZIO: +5 MORTI
In attesa dell’imminente conferenza stampa della Protezione Civile nazionale, arrivano dati dalla Regione Lazio che confermano da un lato un trend in diminuzione – quello dei decessi, “solo” 5 nelle ultime 24 ore – mentre dall’altro una nuova crescita dei contagi, seppur contenuta e non paragonabile ai numeri e le emergenze delle 4 Regioni del Nord più colpite. 123 nuovi contagi rispetto alla giornata di Pasqua, 5 morti e misure in “scadenza” nelle tre aree di zona rossa attive fino ad oggi (Fondi, Nerola e Contigliano). «Continua la forbice tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (16.174) e coloro che sono entrati in sorveglianza (12.367)», spiega l’assessore D’Amato nel bollettino quotidiano aggiornato al 13 aprile. Restano alti i dati sui positivi attualmente in zona Roma, «dovuti ai cluster delle case di riposo a Fiano Romano e Campagnano (22 e 3 casi, rispettivamente) e al cluster di Villa Fulvia (Asl Roma 2)».
In attesa dei dati di Borrelli, sul fronte epidemiologico l’Oms ha giusto questo pomeriggio ribadito nel briefing da Ginevra come il coronavirus sia altamente letale, ben più dell’influenza (non esattamente quanto detto sempre dalla Organizzazione Mondiale della Sanità prima delle dichiarazione di pandemia): «Le prove provenienti da diversi Paesi ci stanno dando un quadro più chiaro di questo virus, come si comporta, come fermarlo e come trattarlo. Sappiamo che il COVID-19 si diffonde rapidamente e sappiamo che è 10 volte più mortale del virus responsabile dell’influenza del 2009» ha spiegato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.
PROTEZIONE CIVILE, IL BOLLETTINO DI IERI
Il giorno dopo la Pasqua, l’Italia intera attende una volta di più la conferma intravista ieri di un calo, seppur lieve, di contagi e decessi da coronavirus in tutto il Paese: il nuovo bollettino coronavirus in arrivo come sempre alle ore 18 con la conferenza stampa del Commissario Angelo Borrelli dalla sede del Dipartimento Nazionale (in rigorosa diretta video streaming su YouTube) dovrà inseguire ancora una volta quelle certezze che ancora purtroppo mancano al cospetto delle analisi scientifiche. 102253 contagi positivi (+1984), 19899 morti (+431) e 3342 ricoverati in terapia intensiva (-38) sono stati i dati principali del bollettino di Pasqua con un calo comunque importante tanto nella diffusione del coronavirus quanto nella sua letalità dai territori.
Il pianoro resta ancora “attivo” e la Lombardia non migliora di molto, ma la curva si sta lentamente abbassando e secondo gli esperti la fase “terribile” dovrebbe ormai essere alle spalle: sul fronte contagio regionale, i dati della Protezione Civile nell’ultimo bollettino prima del 13 aprile fanno ben capire come la Lombardia resti la Regione più colpita per distacco (31.265 contagiati, 10621 morti) mentre a seguire tutte le altre, 13.672 in Emilia-Romagna, 12.505 in Piemonte, 10.729 in Veneto, 6.162 in Toscana, 3.817 nel Lazio, 3.333 in Liguria, 3.114 nelle Marche, 3.057 in Campania, 2.452 in Puglia, 2.082 nella Provincia autonoma di Trento, 2.030 in Sicilia, 1.742 in Abruzzo, 1.326 in Friuli Venezia Giulia, 1.515 nella Provincia autonoma di Bolzano, 903 in Sardegna, 795 in Calabria, 687 in Umbria, 588 in Valle d’Aosta, 277 in Basilicata e 202 in Molise.
CORONAVIRUS, LOCATELLI: “SCUOLE APERTE A SETTEMBRE”
In attesa dunque dei nuovi dal bollettino quotidiano della Protezione Civile, interessante iniziare ad approfondire il tema inequivocabilmente dirimente dopo l’emergenza sanitaria, ovvero la “riapertura” dell’Italia. In merito alla fase 2, oltre alla task force guidata dal manager Colao, il Comitato Tecnico Scientifico continua a produrre analisi e suggerimenti al Governo per provare a capire come e in che termini affrontare le riaperture necessarie per il Paese: ieri sera intervenendo da Fabio Fazio, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli (spesso a fianco di Borrelli nella conferenza stampa quotidiana con la lettura del bollettino) ha spiegato come non tutto dovrà e potrà riaprire subito. «Personalmente penso che si possa fare una riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno», spiega il n.1 del Css. La decisione spetta sì al Governo, ma il timore forte del Comitato è che «si abbandonino i comportamenti individuali improntati a straordinaria responsabilità che ci hanno portato a limitare il numero di persone ricoverate, di persone ricoverate in terapia intensiva e di morti. Il numero di decessi artiglia le nostre coscienze, le nostre sensibilità individuali, ma oggi siamo alla cifra più bassa dal 18 di marzo»
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