L’Unione europea deve fare molto di più per la protezione del suolo. A sollecitarla è la Corte dei conti Ue, che in una nuova relazione esprime le sue perplessità sugli sforzi compiuti finora dagli Stati membri per una gestione sostenibile del suolo. Inoltre, ritiene che la Commissione europea e gli Stati membri dell’Ue non abbiano fatto sufficiente ricorso agli strumenti finanziari e legislativi a loro disposizione. Il verdetto del 19esimo rapporto è schiacciante: «Poca ambizione negli standard e obiettivi limitati». Le norme europee mancano spesso di ambizione e le nazioni europee non riescono a far convincere i finanziamenti sulle aree con i problemi più urgenti, precisano gli auditor della Corte.



«Il suolo svolge un ruolo essenziale per la vita ed è una risorsa non rinnovabile. In Europa, tuttavia, il terreno non è sano su vaste zone», dichiara Eva Lindstrom, membro della Corte che ha redatto la relazione. Quindi, parla di un vero e proprio «grido di allarme» e rivolge un appello: «È ora che l’UE si rimbocchi le maniche e riporti le nostre terre a uno stato di salute soddisfacente. Non possiamo voltare le spalle alle generazioni future. Gli imminenti cambiamenti alla normativa dell’UE offrono ai legislatori dell’Unione l’opportunità di elevare gli standard dei terreni in tutta Europa».



PROTEZIONE SUOLO, “60-70% IN CATTIVE CONDIZIONI”

I revisori aggiungono che «il 60-70% dei suoli dell’UE non è in buone condizioni». La ridotta vitalità del suolo è associata a una serie di conseguenze: diminuzione della biodiversità, della capacità di immagazzinare carbonio nel suolo e di formare humus. Quest’ultimo è un contributo molto importante per aumentare la resilienza nella crisi climatica. Inoltre, i suoli deteriorati hanno anche un impatto sulla qualità delle acque sotterranee e sulla capacità di assorbire l’acqua piovana.

Infine, i residui della gestione del suolo (azoto, fosforo, pesticidi) finiscono non solo nelle acque sotterranee, ma anche nei fiumi e successivamente negli oceani. Le cattive condizioni del suolo sono dovute «in parte alle attuali pratiche di gestione del suolo». Sono due i fattori al centro di questo fenomeno: l’allevamento e l’uso di fertilizzanti artificiali. Per affrontare il problema, l’UE ha approvato una direttiva sui nitrati che ne prescrive le quantità massime. Tuttavia, esistono delle deroghe che, secondo i revisori, vengono concesse troppo spesso.



SUOLO, LE RACCOMANDAZIONI DELLA CORTE DEI CONTI

La Corte dei Conti europea è scettica poi riguardo il finanziamento delle misure volontarie: c’è una mancanza di accuratezza. Ad esempio, «solo una piccola parte dei fondi disponibili per lo sviluppo rurale è stata utilizzata per le aree con i problemi del suolo più urgenti». E ancora: «Anche quando sono state pianificate misure mirate, ciò non sempre si è tradotto in maggiori investimenti in queste aree». La relazione della Corte indica le raccomandazioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) come contromisure: colture di copertura, riduzione della lavorazione del terreno, rotazione delle colture, ottimizzazione dell’uso dei nutrienti e protezione dei terreni ricchi di carbonio, in particolare delle torbiere. È proprio questa la linea perseguita dal Green Deal dell’Ue. Le raccomandazioni della Corte dei conti dell’UE sono quindi ovvie: consiglia di migliorare la situazione dei dati a livello degli Stati membri e di esigere la trasmissione tempestiva di questo materiale statistico. Le eccezioni dovrebbero essere limitate e dovrebbe essere rivisto il “livello di ambizione” delle misure. Infine, i risultati dovrebbero essere «valutati in relazione all’attuazione degli standard».