Si avvicinano le Prove Invalsi 2024. Per circa 529mila studenti di quinta superiore dall’1 al 27 marzo, mentre per 560mila alunni di terza media dal 4 al 30 aprile. Per la primaria le prove si terranno il 7 e 9 maggio, in seconda superiore dal 13 al 31 maggio. Anche quest’anno le prove standardizzate sono un requisito di ammissione agli esami di maturità e terza media. Se poi si tiene conto degli altri gradi coinvolti, cioè la seconda e quinta elementare e la seconda superiore, la platea arriva a 2,6 milioni di studenti coinvolti dalle prove Invalsi 2024. Tutti gli studenti dovranno sostenere una prova di italiano e una di matematica. Quelli di quinta primaria, terza media e quinta superiore dovranno però cimentarsi anche con l’inglese, tra reading (lettura) e listening (ascolto).



Le modalità di somministrazione delle prove cambiano in base al ciclo di istruzione: alla primaria le prove sono cartacee e avvengono in maniera simultanea nello stesso giorno e alla stessa ora per ogni materia. Invece, alla secondaria si usa la modalità computer based e le prove vengono svolte in un periodo stabilito a livello nazionale. La finestra temporale, come ricordato dal Sole 24 Ore, può essere gestita in maniera autonoma, in base al numero di allievi e di pc disponibili. Le classi campione, quelle cioè scelte come rappresentative del sistema scolastico italiano e i cui risultati vengono presi come riferimento, sostengono le prove Invalsi 2024 in giorni ad hoc: 1, 4, 5 e 6 marzo per la quinta superiore; 4, 5, 8 e 9 aprile in terza media; 13, 14 e 15 maggio in seconda superiore.



PROVE INVALSI, GAP DA RECUPERARE CON IL PNRR

Le prove Invalsi da sempre rimarcano i punti di forza e di debolezza della scuola per indirizzarla verso il miglioramento. Anche se sono passati già tre anni dal Covid, i risultati dell’anno scorso sono stati preoccupanti. Infatti, la metà degli alunni non raggiunge livelli di apprendimento minimi in italiano, matematica e inglese. Le percentuali più alte sono state registrate al Sud e nelle famiglie che provengono da contesti svantaggiati.

Oltre a servire come strumento di valutazione degli apprendimenti, utile per le statistiche internazionali oltre che nazionali, le Prove Invalsi, con l’arrivo del Pnrr e i gap da recuperare, sono importanti – ricorda il Sole 24 Ore – anche per ottenere le risorse destinate alla riduzione dei divari territoriali. Si parla di 1,5 miliardi del Pnrr, rimasti tali anche dopo la rimodulazione. Al momento ne sono arrivati a destinazione quasi 1,3 miliardi, quindi sul piatto restano poco più di 200 milioni destinati, in piccola parte, ai centri territoriali di supporto, mentre 150 milioni circa alle paritarie.