Il patto Pd-M5s ha retto, regge e dovrà reggere anche sul Quirinale: la pensa così il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano, ex Ministro del Sud nel Governo Conte-2: intervistato da Maria Teresa Meli sul “Corriere della Sera”, il n.2 di Enrico Letta inquadra la partita politica che si sta per giocare nelle prossime settimane. Con alcune (poche) certezze e molti dubbi ancora sull’esito finale.
«È inimmaginabile che la maggioranza si rompa per l’elezione del presidente della Repubblica e si ricomponga magicamente il giorno dopo. Ecco perché chi avanza candidature come quella di Berlusconi si sta assumendo una duplice responsabilità: quella di bloccare il quadro politico e allo stesso tempo di terremotarlo»: insomma, dice Provenzano, il “nemico” resta sempre il Centrodestra e non il Movimento 5Stelle (che pure con Conte ha però presentato sì diversi nomi negli ultimi giorni per la salita al Colle dopo Mattarella, ndr). Per il vicesegretario dem il presidente della Repubblica è e deve rimanere il garante dell’unità nazionale, presiede il Consiglio superiore della Magistratura: la candidatura di Berlusconi, attacca Provenzano, «sembra una tragica barzelletta, la destra dovrebbe porvi fine al più presto. Anche perché oggi rappresenta il principale ingombro all’avvio di un confronto vero tra le forze politiche, che consenta di trovare una soluzione istituzionale che possa godere del consenso più ampio».
IL PATTO PD-M5S “DEVE REGGERE”: IL MONITO DI PROVENZANO
Eppure, di contro, anche il nome di Mario Draghi non sembra scaldare il cuore a molti tra le file Pd e M5s: « Il presidente della Repubblica è il garante dell’unità nazionale, presiede il Consiglio superiore della Magistratura. Questa candidatura sembra una tragica barzelletta, la destra dovrebbe porvi fine al più presto. Anche perché oggi rappresenta il principale ingombro all’avvio di un confronto vero tra le forze politiche, che consenta di trovare una soluzione istituzionale che possa godere del consenso più ampio». A domanda diretta sul mantenimento dell’attuale ‘status quo’ fino a che resta l’emergenza Covid – ovvero Mattarella al Quirinale, Draghi a Palazzo Chigi – Provenzano non risponde, ma rilancia sullo spauracchio di Renzi che flirta con il Centrodestra «è un dato di fatto. Ma qui si parla della più alta istituzione repubblicana, e non credo che Renzi vorrà prestarsi a operazioni di parte, che tradirebbero la funzione costituzionale del Presidente della Repubblica». Nonostante una bacchettata data al suo ex Premier Giuseppe Conte («una donna al Colle? Che le donne hanno nomi e cognomi, esattamente come gli uomini. Sarebbe bene farli quando sarà il momento di farli»), il vice Letta ritiene necessario proseguire sull’asse con i 5Stelle: «L’evoluzione europeista del M5S, la dichiarata volontà di riconoscersi nel campo progressista, l’alleanza in città come Bologna e Napoli: non mi sembra siano piccoli passi. Ma il campo largo a cui stiamo lavorando, alternativo alla destra di Salvini e Meloni, non si esaurisce in un accordo tra noi o in un puzzle di sigle. Serve una grande mobilitazione democratica per uscire da questa crisi a sinistra. Cioè, con più diritti, più sostenibilità ambientale e più giustizia sociale».