Una cassiera ferita durante una rapina non verrà risarcita in quanto giudicata essere stata troppo aggressiva nei confronti dei ladri. L’episodio, riportato da Quotidiano.net, si è verificato in provincia di Lucca, in Toscana, quando la dipendente di un supermercato aveva “aggredito verbalmente” un rapinatore, e questi, come reazione, le aveva sparato con il suo fucile a canne mozze, portandosi via poi un magro bottino da 400 euro.



“Tuttora ha problemi di salute e ha affrontato molte spese. Abbiamo chiesto un risarcimento al datore di lavoro, ma ci è stato respinto dal Tribunale di Lucca perché il comportamento di mia moglie, durante quell’incubo, non sarebbe stato in qualche modo adeguato. Di certo non lo ha provocato, mica era lei a essere armata!”, ha raccontato Aldo Cstantini, marito della vittima, Ombretta Cordoni di 66 anni, ai microfoni di Quotidiano.net “Abbiamo chiesto i danni alla catena di supermercati – ha aggiunto il marito –. Ombretta è stata ricoverata a Pisa e a Lucca ed è stata operata, ha ancora 7-8 pallini in un polmone, da qualche tempo la sento che respira a fatica”.



CASSIERA FERITA DURANTE RAPINA: “NON SI SAREBBE COMPORTATO COME AVREBBE DOVUTO”

Ma la causa è finita male, in quanto la cassiera ha perso, in quanto la sua reazione istintiva avrebbe provocato la reazione violenta del rapinatore: “Secondo quanto ha ricostruito il giudice – ha continuato il signor Costantini – non si sarebbe comportata come avrebbe dovuto, avendo una reazione spropositata in qualche modo provocando il rapinatore, ma mia moglie era terrorizzata. Non ricorda nulla di quegli attimi. È come se avesse un vuoto, è caduto un velo sui ricordi che sono stati rimossi”.



“Non si è razionali in quei frangenti – ha continuato l’uomo, marito della cassiera ferita – lo dico da guardia giurata. Furono 5-10 minuti di paura e basta, fu minacciata di morte, ferita, se quel fucile fosse stato vero, io ora non l’avrei più al mio fianco! Che cosa le si può imputare? Sfido chiunque a trovarsi in quella situazione e a reagire seguendo completamente la ragione”. La famiglia Cordoni-Costantini deve ora pagare anche 5.800 euro di spese legali, e valuterà con il proprio avvocato se fare ricorso o meno.