LA SFIDA DEI POPOLARI ALLA SPAGNA DI SANCHEZ, PARLA MARGALLO: “STA SMONTANDO LO STATO”
Per anni Josè Manuel Garcia Margallo è stato protagonista delle politiche estere dei Governi PP con Rajoy, poi ha dibattuto sul programma di successo della radio spagnola con i due “nemici” Pablo Iglesias, fondatore di Podemos, e l’ex vicepremier socialista Carmen Calvo: oggi però, per la voce moderata nel Partito Popolare di Spagna, il timore è tutto nel nuovo Governo Sanchez avviato senza aver vinto le Elezioni e con un accordo ingente con gli indipendentisti dalla Catalogna (e non solo). Intervistato da “La Stampa” in vista del prossimo importante appuntamento delle Elezioni Europee di giugno, l’ex Ministro degli Esteri e parlamentare Ppe rilancia la sfida al Premier Sanchez.
«Quello di giugno sarà plebiscito tra le politiche di Pedro Sanchez e quelle dei popolari» e così il saggio in casa Pp prevede un’avanzata ancora più spinta delle forze di Centrodestra contro il Governo Sanchez, tra i più schierati a sinistra di tutta Europa. Secondo Margallo, le “carte” usate dal Psoe per rimanere al potere, ovvero gli accordi con indipendentisti ed estrema sinistra “Sumar”, hanno portato uno Stato «basato sulle autonomie ad uno Stato plurinazionale, una sorta di entità confederale asimmetrica». A preoccupare il Partito Popolare guidato da Alberto Núñez Feijóo è sicuramente l’obiettivo “minimo” fissato da Yolanda Diaz con la sua Sumar al Governo, ovvero «abolire il regime nato dalla transizione democratica», ma è soprattutto il Psoe di Sanchez ad inquietare: «quando vede dei limiti nel proprio operato», denuncia ancora Margallo a “La Stampa”, decide di «svuotare la democrazia liberale».
PP CON VOX: “NOI COME TAJANI, VINCEREMO IN EUROPA”
L’accusa di Margallo alla sinistra spagnola attuale è quella di intervenite nell’economia occupando lo Stato ed entrando di fatto negli organi che dovrebbero invece vigilare sulla separazione dei poteri, magistratura in primis: «il Parlamento è svuotato, i socialisti governano soltanto attraverso decreti legge», ribadisce l’europarlamentare Pp. La vera alternativa alla sinistra in Spagna, non bastata dopo le recenti Elezioni in estate, è un accordo a lungo raggio tra Popolari e Vox: per Margallo, storico esponente “democristiano” all’interno del Ppe, al momento non vi sono alternative ad un accordo con la destra di Pedro Abascal, «da soli non ce le facciamo. Se gli altri si mettono tutti insieme, compresi gli indipendenti, non ci restano altre strade».
Insomma un matrimonio “di convenienza” sarebbe quello tra Pp e Vox, eppure l’interno non nascosto di Margallo è quello di far virare sempre più al centro l’asse della destra spagnola, seguendo l’esempio di Forza Italia: «mi tranquillizza che nel governo italiano vi sia una persona equilibrata come Antonio Tajani». Non solo, per Margallo l’operato finora di Meloni anche in Ue è stato ottimale in quanto «sta cercando di portare verso il centro i propri alleati europei». L’obiettivo è chiaro, vincere in Europa nel giugno 2024 e subito lanciare il guanto di sfida a livello nazionale al Premier Sanchez: Margallo conclude, «saremo il primo partito come già alle politiche […] sarà un modo per contarci».