In Puglia sono esauriti i posti nei reparti di terapia intensiva con Ecmo, acronimo teso a indicare l’ossigenazione extracorporea cuore-polmone. A darne notizia in queste ore è stato Mario La Rocca, dirigente generale dell’assessorato regionale alla Salute della Sicilia. No, non si tratta di un refuso da parte di chi scrive: a parlare è stato proprio un vertice sanitario della regione isolana, in quanto una ragazza di 37 anni, positiva al Coronavirus e affetta da una grave forma di polmonite bilaterale interstiziale, è stata trasferita d’urgenza con un aereo dell’Aeronautica militare all’Ismett Palermo, decollato dalla base di Brindisi.



Le ragioni di questo volo d’emergenza sono da ricercare proprio nella carenza di posti Ecmo in Puglia, dal momento che per la ragazza si potrebbe rivelare indispensabile la cura con il macchinario che sostituisce cuori e polmoni, esercitando le funzioni vitali al posto loro, che però in Puglia è disponibile solamente presso il Policlinico di Bari, dove, nemmeno a dirlo, qualsiasi possibilità di ricovero è stata cancellata dalla recrudescenza pandemica.



PUGLIA, POSTI ECMO IN TERAPIA INTENSIVA ESAURITI

Alla luce di questa situazione critica in Puglia, dove sono finiti i posti Ecmo in terapia intensiva a livello regionale, “Il Fatto Quotidiano” approfondisce l’analisi sulla situazione epidemiologica nella regione che costituisce il tacco d’Italia. Nei nosocomi pugliesi si trovano in questo momento ricoverati 1.896 individui con sintomi e 252 pazienti sono in questo momento in terapia intensiva: mai come in quest’occasione la Puglia aveva raggiunto numeri simili, che sono stati favoriti dall’insorgere della variante inglese, a cui va ricondotto all’incirca il 93% dei contagi rilevati dalla Regione in queste ultime tre settimane. Insomma, un quadro che definire delicato pare fin troppo generoso e nei confronti del quale l’assessore alla Sanità, il professor Lopalco, nei giorni scorsi ha cominciato ad adottare le primissime contromisure, tese a garantire la continuità assistenziale a chi non sta bene, dando indicazione alle Asl di ricoverare all’interno di strutture private le persone negative al Coronavirus ma con un problema di salute che li costringe a recarsi al pronto soccorso.

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