REGIONE PUGLIA VARA IL “MINI RIMPASTO” NELLA GIUNTA EMILIANO DOPO GLI SCANDALI: CHI ESCE, CHI ENTRA
Le pressioni da più parti a sinistra, non solo dal Centrodestra, erano giunte negli scorsi giorni per spingere Michele Emiliano alle dimissioni dopo i presunti scandali per voto di scambio e corruzione all’interno della sua giunta e del Comune di Bari. Alla fine però il già due volte Presidente di Regione Puglia ha “tenuto il punto” e avviato un mini-rimpasto della giunta per sostituire gli assessori dimissionari/dimissionati: niente azzeramento della giunta insomma, come aveva fatto intendere invece il leader M5s Giuseppe Conte nello “strappo” dei membri grillini in giunta lo scorso 11 aprile.
A lasciare la squadra di assessori di Emiliano sono l’ex forzista Rocco Palese, assessore alla Sanità, e Anna Grazia Maraschio, assessore all’Ambiente in quota Sinistra Italiana: al loro posto Emiliano sceglie tre nuovi assessori, tutti di genere femminile. Si tratta di Serena Triggiani, assessore con delega all’Ambiente, ciclo rifiuti e bonifiche, parchi, rischio industriale, politiche abitative, crisi industriali e politiche di genere; scelta poi Viviana Matrangola per Cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, legalità e antimafia sociale (incarico tra le richieste formulate dal M5s di Conte nel giorno dell’addio alla giunta Emiliano, ndr); la consigliera Pd Debora Ciliento diventa invece assessore ai Trasporti e mobilità sostenibile al posto della dimissionaria Anita Maurodinoia, uno dei primi indagati nella vasta inchiesta della Procura di Bari sul presunto voto di scambio. Come segnalano fonti della Regione all’ANSA, al momento restano ancora vacanti i ruoli di Sanità e Welfare, dopo le dimissioni di Palese e della grillina Rosa Barone.
EMILIANO RESTA NELLA BUFERA: SINISTRA ITALIANA LO ATTACCA, M5S È USCITO E IL PD…
Non si frenano però le polemiche sulla gestione politica regionale di Michele Emiliano, nei giorni in cui sono anche spuntate le chat con uno degli arrestati (Alfonso Pisicchio) dove il Governatore lo spingeva alle dimissioni dopo aver saputo (prima dell’avviso pubblico) delle indagini a suo carico. «Siamo alla farsa. Dopo gli arresti e gli scandali, dopo le richieste di azzeramento e di aprire un dibattito sulla questione morale, Michele Emiliano pensa bene di togliere Annagrazia Maraschio dalla giunta regionale», attacca il responsabile Sud di Sinistra Italiana, Nico Bavaro, polemico dopo le dimissioni “imposte” alla ormai ex assessore all’Ambiente.
«Evidentemente Sinistra Italiana è scomoda e paga il prezzo della sua libertà. A questo punto vorrei capire cosa ne pensa Elly Schlein che con Nicola Fratoianni aveva chiesto una riflessione approfondita sulla Puglia. È soddisfatta delle decisioni di Emiliano?», ribadisce Bavaro lanciando un durissimo attacco alla segreteria centrale del Pd. Commento più “pacato” ma non meno polemico arriva dalla stessa Maraschio che su Facebook sottolinea come l’operazione moralità e legalità della giunta regionale pugliese «si esaurisce, in sostanza, con la fuoriuscita della sottoscritta. Questo è il segnale di discontinuità che si vuole far passare. Rispondo con un sorriso». Dal Centrodestra, che ha già presentato una mozione di sfiducia in Consiglio Regionale contro il Presidente Emiliano, l’ultimo mini-rimpasto del Governatore non è servirà a nulla: «Emiliano non solo non si è dimesso, ma ha dato vita a un mini rimpasto senza logica. Ma di questo avremo modo di parlarne quando la mozione di sfiducia, che abbiamo depositato oggi come preannunciato, sarà discussa in aula: noi ci auguriamo che avvenga il prima possibile, vale a dire il prossimo Consiglio convocato per il 7 maggio», racconta il capogruppo di FdI in Puglia, Francesco Ventola. Rimanendo nel campo del Centro-sinistra ma uscendo dall’attuale “campo largo”, la coordinatrice nazionale di Italia viva e componente della commissione Antimafia, Raffaella Paita, denuncia un sistema tutt’altro che “limpido” in Regione Puglia: «È arrivato il momento che Michele Emiliano spieghi cosa sta succedendo in quella regione e a Bari».