Caos in Puglia per il bando “Muslim friendly”: prima diffuso, è stato poi ritirato, in quanto «è necessario sottoporlo a valutazione della giunta». Dietro questa scelta però c’è l’ombra della pressione del clima da campagna elettorale per le elezioni regionali. Il progetto infatti era partito a dicembre 2019 con un workshop informativo, mentre nei mesi di maggio e giugno 2020 si sono tenute le attività di formazione online in collaborazione con InnovaPuglia. Erano rivolte agli operatori del territorio, anche in vista della partecipazione della Regione alla nuova edizione dell’Oic halal expo – World halal summit, fissato a novembre a Istanbul. Quello del bando, dunque, era solo uno step di un lungo percorso che porta al finanziamento di operatori, tour operator, agenzie di viaggio, guide e accompagnatori turistici, ristoratori e stabilimenti balneari in grado di diversificare la propria offerta, riuscendo a intercettare anche i turisti musulmani. Per ogni progetto sarebbero andati da 3mila a 10mila euro, con tetto massimo dell’operazione di 90mila euro. L’obiettivo non era dunque quello di “islamizzare” la Puglia, ma di arricchirne l’offerta culturale e renderla attrattiva per potenziali turisti da Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Indonesia e altri Paesi a maggioranza musulmana.
PUGLIA MUSLIM FRIENDLY, DESTRA ATTACCA: BANDO RITIRATO
Il bando“Puglia Muslim friendly” non prevedeva imposizioni, ma attenzioni per consentire al turista musulmano di sentirsi servito e rispettato anche in un luogo lontano dalla sua cultura. Qualche esempio? Il bando suggeriva l’indicazione della direzione di Mecca, l’assenza di alcolici e raffigurazioni religiose, canali tv per adulti bloccati, ma niente Corano in camera o menu di cibo etnico, bensì cucina italiana adeguata ai canoni islamici. Ma il centrodestra è insorto: «La priorità della sinistra in Puglia? 90mila euro per il turismo islamico», ha dichiarato Matteo Salvini, leader della Lega. Invece Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha scritto che il bando «finanzia le strutture turistiche che tolgono i simboli cristiani». E ha contestato il consiglio di adottare un abbigliamento consono «e una serie di altre regole imbarazzanti». Quindi, ha incalzato: «Ora paghiamo pure con risorse pubbliche per farci islamizzare». Ma per il bando era solo un “plus” che la clientela musulmana avrebbe apprezzato. Non solo l’eventuale accesso differenziato per genere in piscina e nelle spa, ma anche tappetini per la preghiera e rispetto della privacy.