Pupi Avati, celebre regista, ha aperto la quarta edizione di Castiglione Cinema 2021 – Rdc Incontra e il suo intervento è stato molto seguito e apprezzato dai presenti, che hanno potuto toccare con mano il grande spessore umano e culturale dell’artista. Intervistato da Federico Pontiggia, ha parlato del suo nuovo film, imperniato sul libro di Giuseppe Sgarbi: le sue parole sono state riprese dal quotidiano “Avvenire”. “Mi sono molto riconosciuto nel sentimento di rifiuto che ha provato questo anziano signore perdendo sua moglie dopo 65 anni di matrimonio. Ho provato a simulare su di me il fatto di perdere mia moglie. Anche il solo immaginare la sua assenza è stata una cosa impensabile ed enormemente più grande della mia capacità di recepire il dolore”.
Il lungometraggio si intitola “Lei mi parla ancora” e, come ha rivelato lo stesso Avati, va a toccare una parte nascosta, misteriosa e ignota di noi stessi che andava portata alla luce. In queste giornate, peraltro, sono in corso anche le riprese di “Vita di Dante”, nuova pellicola del regista in cui saranno anche presenti i versi di Dante. “Non possiamo prescindere, ci sono alcuni appuntamenti con la poesia di Dante che ancora ci appaiono sublimi – ha commentato Pupi Avati –. Lui mi ha dato una grande forza, perché se è riuscito in condizioni così penalizzanti a resistere contro tutto e tutti, nell’indigenza e nel pericolo, la nostra inadempienza nei confronti della vita non trova giustificazioni”.
PUPI AVATI, PARLA IL CARDINALE BASSETTI: “IL SUO CINEMA PARLA DELL’UOMO E DEL RAPPORTO CON DIO”
A margine dell’intervista effettuata a Pupi Avati, si è registrato l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Arcivescovo di Perugia e Città della Pieve. Quest’ultimo, come scrivono i colleghi dell'”Avvenire”, ha asserito: “Avati ha saputo come pochi altri coniugare le esigenze espressive con quelle più strettamente spirituali, realizzando un cinema unico nella sua peculiare ricerca dell’uomo e del rapporto con Dio”.
Dunque, “un cinema di chi, nella coerenza tematica e nello sguardo puro di artista, ha saputo affrontare tutti i generi del racconto e una storia sempre restituita con profondo rispetto e visione umana”. Il cardinale Bassetti ha altresì rilevato che il cinema di Pupi Avati si è sempre sviluppato ponendo al centro l’uomo, la famiglia, la società le tradizioni anche religiose, un cinema apparentemente fuori tempo, ma profondamente radicato nel presente.