Pupi Avati si mette in gioco e porta Dante al cinema. Un film, quello che sta per uscire, che vedrà il ribaltamento di certi canoni e stereotipi. Beatrice, ad esempio, non viene rappresentata come la “donna-angelo” ma verrà mostrata nuda. Mentre Dante stesso farà l’amore con una prostituta. Al Corriere, il regista spiega: “Dante comunica a tutti un senso di inadeguatezza. Crea complessi di inferiorità e giustamente. Apre una distanza per la sua onniscienza, per la sua dismisura poetica, per il suo mistero. Io ho tentato di rendere Dante seducente. E per farlo ho studiato vent’anni”.



Nell’intervista, Pupi Avati spiega che il film si doveva fare nel 2002: “Avevo già il contratto con la Rai, concluso con Giancarlo Leone. Ma se le scrivanie sono sempre le stesse, le persone cambiano. E di Dante non hanno più voluto sentir parlare”. Il regista però non si è fermato e ha continuato a studiare il personaggio, a scrivere e a lavorare. Il film nasce dal romanzo pubblicato dallo stesso Avati, “L’alta Fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante”. Così come nel libro, il film cuce insieme tre storie. La prima racconta della sua passione giovanile per Beatrice, la seconda la genesi dell’Inferno e la terza il viaggio di Boccaccio sui luoghi della vita di Dante.



La scelta di Boccaccio

Nel film, Pupi Avati si concentra molto sulla figura di Boccaccio. Al Corriere rivela: “Lui ha salvato Dante. Ha salvato la sua opera, ricopiandola a mano per almeno tre volte. Le ha cambiato il nome: non solo più Commedia, ma Divina Commedia. Ne ha evitato fisicamente la distruzione: ai conventi era fatto divieto di custodire una copia del capolavoro di Dante perché si parlava male dei Papi, in particolare di Bonifacio VIII e di Giovanni XXII. Inoltre, Boccaccio ha inaugurato la lunga tradizione delle Lecutrae Dantis, le letture di Dante in pubblico, lèggendo l’inferno, lui già malato, sino allo sfinimento, con enorme successo e grande commozione dei fiorentini”.



“Ho delegato a Boccaccio il compito di raccontare Dante perché Boccaccio spesso pensa e dice le cose che penso e dico io”, spiega il regista. Nel film, attori straordinari come Giovanni Cavina, che interpreta un notaio di Ravenna amico di Dante. E lui, nel corso delle riprese, stava morendo davvero. Il Dante morente sarà invece Giulio Pizzirani. Quello giovane è Alessandro Speduti. Ad interpretare Giovanni Boccaccio sarà Sergio Castellitti. Troviamo nel cast anche attori del calibro di Milena Vukotic e Romano Reggiani.