Pupi Avati, ospite di Lucia Ascione a Finalmente Domenica, in onda su Tv2000, ha parlato del suo rapporto con la fede e, in particolare, del suo rapporto con i Papi: “Incontrare Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger è stata una grazia”, ha ammesso. Il regista, infatti, è stato personalmente ospite di entrambi, in circostanze particolarmente emozionanti seppure per motivi diversi.
“Io sono stato il primo regista a realizzare un’intervista a Giovanni Paolo II. Ero in America per un film, mi telefonò Carlo Fuscagni. Tornai in Italia e ci incontrammo per colazione a Castel Gandolfo. Avvertii subito il carisma del Papa, mi commosse. Era fortemente provato, teneva gli occhi chiusi mentre parlava, come se fosse stanco. Anche mia madre nei suoi ultimi giorni era così”, ha ricordato. Nonostante la debolezza, tuttavia, l’allora Pontefice gli trasmise una immensa energia. “Non dissi praticamente nulla, ero troppo emozionato. Quando si allontanò da me era come se stessi perdendo qualcosa di prezioso”.
Pupi Avati: “Incontrare Wojtyla e Ratzinger una grazia”. I due episodi
Pupi Avati ha rivelato di avere provato quella stessa sensazione soltanto alcuni anni dopo avere incontrato Karol Wojtyla, ovvero quando ebbe la possibilità di fare visita a Joseph Ratzinger, il suo successore. “Avevo realizzato il documentario La canonizzazione dei Papi – Racconto di un evento sulla Chiesa dal dopo guerra a quell’anno. Mi portarono da lui dopo che lo aveva visto. Aveva le mani tremanti e le lacrime agli occhi. Ci abbracciammo. Di Papa Benedetto XVI, così come di Papa Giovanni Paolo II, mi colpì il loro essere un elogio alla vulnerabilità. Il non avere anticorpi, il mettersi a contatto con l’altro senza interferenze. Erano come disposti ad accogliermi in loro”, ha ammesso.
“Un abbraccio senza pelle”, con questa metafora il regista ha voluto definire quei contatti fisici con i Pontefici. “È stato come se mi conoscessero da sempre. Non ho avuto la sensazione di dover dire chi ero, loro sapevano qual era la mia essenza. Anche quella negativa, la compativano e la amavano”. E ha concluso: “Benedetto XVI non mi ha detto niente a parole, ma con quell’abbraccio mi ha fatto capire che non dovevo avere paura. È il messaggio che tutti i Papi dovrebbero lanciare. Rinunciate al piano B o sennò non realizzerete mai i vostri sogni”.