Pupi Avati, a 83 anni, non ha smesso di pensare al suo primo sogno da ragazzino: diventare un clarinettista jazz. Un’ambizione che aveva accarezzato concretamente, salvo poi essere frenato nella sua ascesa da un talento molto più maturo del suo. Come ha raccontato il regista a “Libero”, “amavo Bix Beiderbecke. Volevo diventare un grande clarinettista e, di sera, facevamo prove infinite in una cantina. Ero ostinato, ma non avevo fatto i conti con Lucio Dalla. Nel 1963 con la mia band andai in Germania per una serata a Francoforte. Ma quella sera, d’improvviso,
l’aiuto clarinettista che ci aveva accompagnato in tour prese la scena e, assolo dopo assolo, mi umiliò. Restai di sasso, ma su quelle note capii che Lucio era più bravo e che io non avevo futuro nella musica”.



Ci rimase male, Pupi Avati e avrebbe voluto che qualcuno “facesse saldare il conto” a Lucio Dalla: “Ho provato una gelosia e un’invidia atroci, come è naturale fare quando ti imbatti in uno più bravo. Lucio era un genio misterioso, non premiato dalla bellezza, ma da un talento sacrale. Io sono un musicista fallito che ha rimediato bluffando, girando una cinquantina di film”.



PUPI AVATI: “FECI SVOLTARE LA CARRIERA DI DIEGO ABATANTUONO”

Su “Libero”, Pupi Avati ha ricordato i suoi incontri: Paolo Villaggio era uno degli uomini più intelligenti che abbia mai conosciuto, ma “anche crudele”, mentre la carriera di Diego Abatantuono svoltò proprio grazie a lui. Il regista ha infatti rivelato che “lo andammo a trovare a Rimini, dove viveva prima di recitare in ‘Regalo di Natale’. Non se la passava bene. Lo mettemmo alla prova, per la prima volta doveva rinunciare allo slang del terrunciello. Al provino stupì tutti”.



Renato Pozzetto fu convertito invece da Pupi Avati in attore drammatico: “Avevamo bisticciato, ma un giorno gli proposi il ruolo di vedovo in un film. Davanti a un piatto di pasta si è commosso: Pupi, quello sono io, accetto”. Infine, una rivelazione su Cesare Cremonini: “Ha un futuro nel cinema. Mi dissero che uno della sua band abitava nella stessa casa dei miei anni da ragazzo, i più belli. Pensai: è un segno del destino, devo assolutamente avere Cesare nel prossimo film. Al primo ciak mi convinsi che era l’attore giusto per fare il personaggio impacciato de ‘Il cuore grande delle ragazze'”.