Il grande regista Pupi Avati, una delle star della macchina da presa italiana, è stato ospite nella serata di ieri del programma di Rete Quattro, Quarta Repubblica, classico appuntamento del lunedì sera condotto da Nicola Porro. Dall’amore per la musica, a quello per le ragazze, al recente film su Dante, Pupi Avati ha raccontato se stesso a 360 gradi, partendo proprio dagli albori, da quando era un ragazzino: “Avrei voluto fare il musicista per piacere alle belle ragazze – ha raccontato in diretta televisiva l’83enne artista bolognese – entrai in un’orchestra dove poi è arrivato un individuo di nome Lucio Dalla”.
Peccato però che la musica non faceva per lui, e per un ragazzo in erba come era all’epoca Pupi Avati, fu un duro colpo: “Non avevo talento e lasciai l’orchestra, rinunciare al proprio sogno per un ventenne è una cosa dolorosissima”. Pupi Avati decise così di approcciarsi ad un altro mondo delle arti, quello del cinema, dopo essersi innamorato di un capolavoro a firma Fellini: “Il film 8 e 1/2 mi ha fatto innamorare del cinema”.
PUPI AVATI: “DOPO 2 FLOP MI CHIAMO’ TOGNAZZI E…”
E ancora: “Dopo 2 flop mi ha chiamato Ugo Tognazzi per interpretare un mio film e mi ha cambiato la vita”. Alla fine Pupi Avati è riuscito a coronare il suo sogno: “I grandi sogni si realizzano sempre, non si realizzano solo quando si ha un piano B, io dopo 20 anni ho realizzato il mio sogno di fare questo film su Dante. In genere chi realizza i propri sogni non diventa mai ricco, sono orgoglioso di non appartenere nemmeno economicamente al cinema di oggi”.
Pupi Avati è sempre stato un anticonformista, come è dimostrato anche dalle sue parole rilasciate sempre in occasione dell’intervista di ieri sera a Nicola Porro: “Ho cercato sempre di tenermi indipendente e di non essere alla moda per non avere data di scadenza. Tutte le cose che faccio sono politicamente scorrette”.