Pupi Avati si è raccontato in una lunghissima intervista concessa al quotidiano Libero (data 26 luglio 2020) parlando della sua straordinaria carriera di regista, ma anche autore e scrittore. Con 40 film all’attivo, in pochi sanno che Avati ha anche firmato 16 libri per una major. Una passione e una attitudine che ha raccontato così: “nella scrittura non cinematografica ma letteraria ho la sensazione di avere il controllo totale del mezzo. Posso esprimermi nei limiti del mio lessico, della proprietà di linguaggio di cui dispongo. E’ evidente che quando racconto i pensieri, posso soffermarmi, indugiando e aprendo della perifrasi. Non c’è unità di tempo. Un romanzo può essere lungo 500 o 150 pagine, posso scrivere nei momenti in cui ho desiderio. Non è come girare su un set dove ci sono scadenze e orari”. Dalla scrittura al cinema dove ha debuttato nel 1968 con il film “Balsamus” di cui ne parlò solo Gianluigi Rondi. Ancora oggi il regista ricorda quel momento: “il fatto che Gianluigi Rondi ne scrivesse mi fece molto piacere. Allora era il principe dei critici e poi organizzava la Mostra di Venezia. Ma un altro ne parlò molto bene fu Mario Monicelli mettendosi contro tantissime persone che non avevano amato il mio film”.



Pupi Avati: “Bix il mio primo film in America”

Pupi Avati, come tanti altri registi, è riuscito a smussare alcuni attori trasformandoli e dando loro nuovi caratteri: come è successo per Massimo Boldi e Christian De Sica che con lui hanno recitato in ruoli drammatici. Un potere che il regista ha spiegato così: “l’attore comico ha dentro di sè questa vena di malinconia, di dolore, che naturalmente nei film comici non riesce a manifestare. E’ difficilissimo che un attore comico non riesca in un ruolo drammatico, mentre è più difficile che un attore drammatico sia bravo in un ruolo comico”. Tra le tante pellicole di Avati “Bix” ha segnato sicuramente la sua carriera essendo stato il primo film girato in America. Parlando proprio di America, Avati ha raccontato il suo rapporto con il paese: “è stata un’esperienza positiva, l’appagamento del sogno che avevo dentro di me fin da bambino. Quindi mi sembrava una cosa impossibile. Eravamo nel mid-west, poi Chicago e New York. Abbiamo girato nella parte più provinciale del paese, quell’America che il cinema non aveva ancora colonizzato”. La carriera di Pupi Avati è nota a tutti, ma il regista a differenza di tanti altri non ha ricevuto premi come l’Oscar, Leone, Palma d’Oro. “Non ho avuto quei premi, ma li hanno avuti gli attori che interpretano i miei film quindi è come se li avessi ricevuti io” – ha detto il regista che precisa – “il mio premio è stata la continuità del mio lavoro. Contrariamente ad altri colleghi ho sempre potuto fare i film che volevo fare quando volevo farli. Non mi sono mai rassegnato a fare film indicati da altri”.

Leggi anche

Genitori di Giordana Angi, chi sono Rodolfo e Sophie/ "Non vado d'accordo con mio padre, uomo assente"Il Volo: dai grandi successi alle voci e i rumor sulla separazione/ Il trio: "Dovete rassegnarvi..."