Pupi Avati, in un’intervista rilasciata a “Quotidiano Nazionale”, ha raccontato un curioso retroscena legato alla sua gioventù e che lo collega direttamente a uno dei miti musicali di sempre della canzone italiana: Lucio Dalla. Infatti, il regista ha rivelato che da ragazzo suonava jazz, una sua grandissima passione, ma poi rinunciò, perché “Lucio Dalla era troppo più bravo, con quel maledetto clarino”. Ecco allora che Avati si è tuffato a capofitto nel mondo del cinema, a cui, dopo cinquant’anni di carriera e all’età di 82 anni, ha voluto fare l’ennesimo regalo: quello di narrare Dante Alighieri, con una pellicola nella quale compare anche Sergio Castellitto nel ruolo di Giovanni Boccaccio. Non solo: ha anche scritto un romanzo, “L’Alta Fantasia”, imperniato sulla vita dell’autore della Divina Commedia.



Il film “ho finito di girarlo, ora sono al montaggio. Lo volevo fare dal 2003: dopo tanti ostacoli, ho trovato chi ha apprezzato la mia idea. Voglio che il mio sia un Dante seducente, diverso da quello che mi era stato insegnato a scuola, completamente repulsivo. L’ho scoperto da adulto, ho scoperto un ragazzo con una capacità di introspezione poetica straordinaria. Ecco, io cerco nel mio film di raccontare quel ragazzo”.



PUPI AVATI: “DANTE ERA INVISO ALLA CHIESA PERCHÉ…”

Nell’intervista che Pupi Avati ha concesso ai colleghi di “Quotidiano Nazionale”, ha dichiarato che quello che ha scelto di portare nel suo romanzo “è un Dante umano, privato. Quello che molti studiosi, filologi, linguisti, storici e teologi hanno trascurato. Un Dante che, bambino, ha perduto la madre, per esempio. Un evento cruciale, mai sottolineato a sufficienza. Il Medioevo è denso di corporalità: quella di Boccaccio, afflitto dalla scabbia; quella di Beatrice, così bella e divina, poi portata alla morte dal vaiolo; quella di Dante, di cui racconto subito l’ultimo sospiro, sdraiato in un giaciglio, con intorno ‘gli angeli di Dio che vorticavano bassi'”.



Quando gli viene chiesto come definirebbe Dante Alighieri, Pupi Avati non ha esitazione alcuna nel rispondere: “Qualcuno che sognava di tornare nella sua Firenze, di essere incoronato poeta nel ‘bel San Giovanni’. Uno che ha lavorato e scritto in condizioni tremende, in povertà e miseria, inviso alla Chiesa che ha fatto di tutto affinché la sua Commedia non fosse divulgata”.