Putin che bacia il Corano in una moschea. Può sembrare strano per un leader che si è presentato più volte come difensore della cristianità, eppure è successo, in Cecenia, durante una visita del capo del Cremlino. In realtà, chiarisce Stefano Caprio, sacerdote cattolico di rito bizantino, in Russia dal 1989 al 2002, teologo ed esperto del mondo russo, l’islam moderato è tollerato nell’ambito di una visione della religiosità, codificata per legge, che vede nella fede ortodossa una sorta di super religione che tutto comprende.
Il viaggio di Putin, in realtà, era più in funzione anti-ucraina, per ribadire la volontà di Mosca di difendere le genti i cui territori sono attaccati, facendo riferimento, naturalmente, all’azione militare di Kiev a Kursk. Un messaggio lanciato in Cecenia, dove le forze di Kadyrov hanno dimostrato appoggio e fedeltà allo “zar”. La foto del bacio del Corano, però, ha anche un significato geopolitico: è un messaggio ai Paesi musulmani con i quali la Russia ha o vuole avere rapporti più stretti, dall’Iran, ormai considerato alleato, all’Arabia, all’Egitto, fino ai Paesi africani.
Come interpretare questa insolita iniziativa di Putin?
La visita in Cecenia faceva parte di una mossa propagandistica contro l’azione ucraina nella regione di Kursk. Putin è andato prima a Beslan, in Ossezia del Nord, teatro dell’attentato di venti anni fa, e poi in Cecenia, ribadendo che i russi sono un popolo che unisce gli altri popoli e che i nemici che vogliono distruggere la Russia non prevarranno. Una propaganda anti-ucraina tra le popolazioni minori del Caucaso.
Ma come viene visto l’islam in Russia?
C’è una teoria secondo la quale la religione per eccellenza è l’ortodossia, mentre l’islam, l’ebraismo, il buddismo e il cristianesimo sono le religioni tradizionali. Così dice la legge sulla libertà religiosa, che mette anche il cristianesimo sotto l’ortodossia, considerata una sorta di super religione che le comprende tutte. In comune queste confessioni hanno la difesa dei valori morali, spirituali e nazionali: la famiglia, la sovranità e la vita. L’islam, insomma, è in qualche modo collegato all’ortodossia ed è esaltato come moderato; è un islam buono in contrasto con l’islam terroristico, radicale, dell’Isis. Le altre religioni vengono riconosciute se sono in sintonia con l’ortodossia: vale anche per i cattolici.
Cosa vuol dire?
Putin bacia il Corano e qualunque altro libro. È molto affezionato ai “vecchi credenti”, scismatici seicenteschi, secondo i quali l’ortodossia russa è superiore a quella greca, che invece dovrebbe essere quella originaria: l’idea che prevale, insomma, è quella di una religiosità russa, ed è questo il modo in cui Putin intende la religione.
Da dove nasce questa concezione?
È quello che gli ha insegnato il suo padre spirituale, l’attuale metropolita della Crimea, Tikhon Shevkunov, il monaco apparso accanto a lui quando era diventato presidente, accompagnandolo ovunque. Adesso, in Crimea, a Sebastopoli, dove c’erano le rovine dell’antica Tauride, ha costruito un enorme complesso religioso-museale che viene chiamato la Mecca della Russia, in riferimento proprio a una religione che mette insieme tutte le altre. Il centro è stato costruito sulle antiche rovine per dimostrare che la Russia ha una tradizione spirituale superiore a quella di tutto il mondo.
Putin si era convertito grazie a questo monaco?
Sì. E lo aveva fatto senza rinnegare il suo passato sovietico. Persino questa ideologia, depurata dall’ateismo che viene sostituito dall’ortodossia, è considerata espressione di questa capacità russa di unire i popoli nei valori più elevati.
Ma il gesto di baciare il Corano, oltre che una sorta di omaggio ai ceceni che lo stanno sostenendo, ha anche un significato geopolitico più ampio? È un messaggio anche agli altri Paesi musulmani con cui la Russia ha stretto rapporti?
Putin ha baciato il Corano in Cecenia perché Kadyrov è il suo principale alleato militare, ma non lo farebbe mai a Mosca. Il messaggio, comunque, è anche per i Paesi musulmani, principalmente l’Iran, ma anche Paesi arabi e africani come l’Egitto e tanti altri. Significa che la Russia vede nell’unione dei popoli e delle religioni, interpretate alla maniera russa, la via per sottrarsi al liberalismo degradato occidentale. In questo senso c’è una visione dell’ortodossia molto simile all’islam, conservativa e anti-occidentale.
(Paolo Rossetti)
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