Boris Johnson, ex primo ministro della Gran Bretagna, è tornato allo scoperto lanciando nuovamente bordate nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Parlando in occasione del World Economic Forum di Davos in corso di svolgimento, l’ex premier britannico, come si legge oggi sul Daily Mail, ha paragonato Putin al “ragazzo grasso di Dickens” che punta a “far accapponare la pelle” con la minaccia di usare armi nucleari. Secondo BoJo Putin non utilizzerà mai l’atomica per bombardare l’occidente, liquidando la questione con la parola “sciocchezza”. E ancora: “Putin vuole presentarlo come uno scontro nucleare tra Nato e Russia. Senza senso. Non userà armi nucleari, È come il ragazzo grasso di Dickens, vuole farci accapponare la pelle. Vuole che noi ci pensiamo. Non lo farà mai”.
Quindi ribadisce nuovamente il concetto: “Non lo farà”. Il riferimento letterario di Boris Johnson è The Pickwick Papers di Charles Dickens, da noi noto come il Circolo Pickwick, in cui c’è appunto un ragazzo grasso, fat Joe, che si rivolge ad un’anziana signora dicendole “Voglio farti accapponare la pelle” con una rivelazione scioccante. Per Boris Johnson il lancio di un attacco missilistico nucleare da parte di Vladimir Putin metterebbe la Russia in “una completa paralisi economica criogenica” e “terrorizzerebbe” lo stesso popolo.
BORIS JOHNSON E IL COMMENTO SU PUTIN AL DAVOS: “DIAMO I CARRI ARMATI ALL’UCRAINA”
L’ex primo ministro della Gran Bretagna ha esortato i presenti a “smettere di preoccuparsi della Cremlinologia”, aggiungendo: “È difficile capire cosa accadrà nella politica britannica, figuriamoci al Cremlino. Ciò su cui dobbiamo concentrarci è sostenere l’Ucraina e dare a Volodymyr Zelensky gli strumenti di cui ha bisogno per portare a termine il lavoro. E possono vincere e vinceranno… Diamo loro i carri armati”.
Parole a cui ha fatto eco proprio il presidente ucraino, che negli scorsi giorni, in collegamento sempre con il Davos, aveva spiegato: “Il vaccino contro la tirannia russa è disponibile”, chiedendo appunto l’invio di nuove armi dall’occidente. Chrystia Freeland, vice primo ministro canadese, si è unita al coro chiedendo ulteriore sostegno a Kiev.