A poco meno di un mese di distanza dalla chiusura delle Olimpiadi 2024 che hanno portato centinaia e centinai di atleti in quel di Parigi, il presidente russo Vladimir Putin (attualmente impegnato in un viaggio in Mongolia che sfida la Corte penale internazionale che da mesi ne ha chiesto l’arresto) ha rivoluto un durissimo attacco al Comitato Olimpico Internazionale – meglio noto con la sigla CIO -, accusandolo di aver politicizzato lo sport in pienissima violazione di quello spirito di unione e cooperazione tipico dei giochi olimpici.
Facendo un passetto indietro prima di arrivare all’attacco di Putin, vale la pena ricordare che alle Olimpiadi 2024 (ma anche in decine di altri eventi sportivi internazionali) gli atleti russi sono stati costretti a partecipare con una bandiera ‘neutrale’, mentre il CIO aveva anche avviato delle indagini indipendenti per capire se gli sportivi in lizza per partecipare ai giochi parigini avessero prestato il loro supporto alla guerra in Ucraine o fossero – in qualsiasi modo – riconducibili all’esercito del Cremlino; il tutto – come se non bastasse – escludendoli dalla tradizionale sfilata nella contestata cerimonia di apertura.
Putin critica il Comitato Olimpico Internazionale: “Politicizza lo sport violando la sua Carta fondamentale”
Insomma – per dirle in altre parole – la Russia era stata ‘esclusa’ dalle Olimpiadi di Parigi e seppur decine e decine di atleti moscoviti hanno partecipato ai giochi, al presidente russo sembra che non sia piaciuta la scelta di non fargli portare la bandiera blu, bianca e rossa: il risentimento – celato fino a questo momento – è esploso durante la visita putiniana in Mongolia nel corso di un’intervista rilasciata per il quotidiano locale Onoodor.
“Gli attuali leader del Comitato Olimpico Internazionale – ha spiegato Putin al giornale -, agendo su impulso dell’Occidente e principalmente degli Stati Uniti stanno palesemente calpestando gli ideali olimpici” che sono alla base dello spirito stesso dei giochi; perché “invece che promuovere i diritti degli atleti, l’integrità e l’universalità del movimento olimpico” preferiscono “preservare il proprio status, il potere e il benessere finanziario“.
Non solo, perché secondo Putin il CIO e gli altri enti sportivi internazionali starebbero “abolendo (..) le parole ‘Russia’ e ‘russo'”, in una pienissima “violazione (..) della Carta Olimpica che afferma di non politicizzare lo sport“; mentre la promessa del leader russo è quella di continuare “a seguire la strada della democratizzazione del movimento sportivo” con l’obiettivo di rimuovere “le barriere, le restrizioni [ed] espandendo i formati degli eventi sportivi”.