Putin studia i punti deboli degli avversari, rilasciando un video in cui fai il punto sul tallone d’Achille dei paesi europei. Per il Presidente della federazione Russa infatti, “l’Europa non può sostituire il gas russo“, e aggiunge che questo “sarà possibile, ma per adesso non ci sono alternative“.



Putin prosegue accusando i paesi occidentali di voler “cacciare i fornitori russi e sostituire le risorse energetiche con forniture alternative” in modo da “destabilizzare l’intera economia mondiale”. E aggiunge anche che “le conseguenze di tale passo possono diventare piuttosto dolorose, In primo luogo per chi ha iniziato questa politica”.



Gas russo: cosa pensa Putin della sostituzione occidentale del gas russo

La sostituzione del gas russo “è possibile” per Putin “ma non immediata“. Tuttavia, durante una riunione sulla situazione dell’Industria petrolifera del gas in Russia, ha dichiarato che Mosca lavorerà per indirizzare le sue esportazioni di energia verso est, sottolineando anche che l’Europa non potrà sostituire immediatamente il gas russo, ma quando il piano occidentale sarà attuato dai paesi occidentali, ciò provocherà un aumento dei prezzi.

Se dunque l’Italia, insieme all’Europa, pensa di attuare presto un embargo del gas. Gli USA in questo scenario si inseriscono vincitori, siglando un accordo di fornitura di gas liquido fino al 2030 per i paesi dell’Unione Europea, benché quest’ultimo costi ben 5 volte in più rispetto a quello russo.



Gas russo: la Russia verso la costruzione di nuovi gasdotti

Se però l’Occidente pensa a diversificare i fornitori, anche la Russia pensa a diversificare le esportazioni. Il presidente della federazione Russa infatti ha aggiunto e rifiutare le valute per il pagamento del gas usate dai Paesi ostili, in modo da rafforzare il commercio con i partner più affidabili. Ha così poi chiesto alla Duma di indirizzare l’export energetico verso l’Asia, il sud e l’est, con relativa costruzione di infrastrutture e di nuovi gasdotti.

Come abbiamo già scritto nell’analisi sull’attuale smistamento del gas russo verso l’Europa e verso est, in vista dell’accrescimento delle forniture in favore della Cina, che intende approfittare dell’embargo occidentale del gas per ridurre la sua dipendenza dall’utilizzo di fonti a carbone e, così facendo, aumentare la propria potenza energetica grazie alla Russia e staccarsi dal Quad, Quadrilateral Security dialogue, cioè l’Alleanza Indo pacifica strategica, formata da Australia, Giappone, India e Stati Uniti che ha l’obiettivo di frenare l’espansione della Cina nell’area del Pacifico.

Di poco fa la nota di Palazzo Chigi annuncia che il presidente del consiglio italiano, Mario Draghi, sarà in visita rispettivamente nella Repubblica dell’Angola e nella Repubblica del Congo rispettivamente mercoledì 20 e giovedì 21 aprile. A Luanda avrà un incontro con il Presidente della Repubblica dell’Angola João Manuel Gonçalves Lourenço. A Brazzaville incontrerà il Presidente della Repubblica del Congo Denis Sassou N’Guesso.

Indubbiamente il Congo è interessato dall’uccisione dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, ma visto il rapporto privilegiato che alcuni paesi dell’Africa hanno con Mosca, sarà impossibile non introdurre nelle argomentazioni diplomatiche anche eventuali condizionamenti volti a regolare i rapporti con il Cremlino.

Gas russo: il vantaggio della Cina

L’espansione della Cina nel quadro della nuova mappa di forniture energetiche che si sta delineando nelle menti dei potenti della terra, tuttavia non favorisce gli Stati Uniti, che oggi sono impegnati a decidere le elezioni di medio termine di Joe Biden che, troppo concentrato sugli equilibri internazionali, ha dimenticato l’aumento dell’inflazione e la contrazione dei consumi negli Stati Uniti, probabilmente alla base di un apprezzamento al 39% che apre l’ipotesi ad una sfiducia in autunno.