Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Ria Novosti, ha dichiarato che “dopo aver pronunciato il suo discorso, Putin sta attualmente tenendo una riunione con il procuratore generale Igor Krasnov, il capo di stato maggiore del Cremlino Anton Vaino, il ministro dell’Interno Vladimir Kolokoltsev, il ministro della Difesa Sergei Shoigu, il direttore dell’Fsb Alexander Bortnikov, il capo della Guardia nazionale Viktor Zolotov, il del Fso Dmitry Kochnev e il capo del comitato investigativo Alexander Bastrykin“. Nel discorso alla nazione del presidente russo Vladimir Putin sono stati affrontati i temi dell’unità nazionale, minacciata dal golpe della Wagner, e della scampata frattura all’interno della Russia.
Nonostante gli annunci rilasciati prima del discorso di Putin, si apprende che presidente bielorusso Alexander Lukashenko non dovrebbe più rilasciare alcuna dichiarazione stasera. Lo ha comunicato il suo ufficio stampa su Telegram. Nel contempo il ministro della Difesa russo Shoigu, oggetto delle feroci critiche mosse dal capo del gruppo Wagner Evgeny Prigozhin, ha raggiunto le truppe russe in Ucraina visitando un posto di comando, dove è in corso una riunione con i leader di una delle unità coinvolte nella guerra.
PUTIN, DISCORSO ALLA NAZIONE: “RICONOSCENTE A LUKASHENKO. EVITATO SPARGIMENTO SANGUE SU MIE DISPOSIZIONI”
Discorso alla nazione di Vladimir Putin, in diretta tv il presidente russo ha affermato che “i neonazisti ucraini volevano proprio questo, che soldati russi uccidessero altri russi, che la nostra società si spaccasse, soffocasse nel sangue. Invece tutti i nostri militari, i nostri servizi speciali, sono riusciti a conservare la loro fedeltà al loro Paese, hanno salvato la Russia dalla distruzione” affermando che “la maggior parte di Wagner è patriota”. Putin ha anche aggiunto che i mercenari del gruppo Wagner potranno sottoscrivere un contratto per mettersi agli ordini del ministero della Difesa, oppure tornare alle loro famiglie o in alternativa riparare a Minsk, in Bielorussia. Infatti, ha aggiunto di essere “riconoscente al presidente bielorusso Lukashenko per il suo contributo alla soluzione della crisi“.
Come riferisce l’agenzia russa Tass, nel suo discorso alla nazione Vladimir Putin ha svelato che “fin dall’inizio degli eventi, su mie dirette istruzioni, sono state prese misure per evitare molto spargimento di sangue. Ci è voluto del tempo, anche per dare a coloro che hanno commesso un errore la possibilità di cambiare idea, per chiarire che le loro azioni sono state fortemente respinte dalla società e per chiarire a quali conseguenze tragiche e devastanti per la Russia, per il nostro Stato, porta l’avventura in cui sono stati trascinati“.
VLADIMIR PUTIN, DISCORSO ALLA NAZIONE: “RICATTI DESTINATI A FALLIRE”
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato a sorpresa un discorso alla nazione. Come già preannunciato alla stampa poco fa dal portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, si tratta di un discorso in diretta televisiva nazionale che conterrà annunci capaci di “decidere il destino della Russia”. Si attende anche un intervento parallelo tenuto dal presidente della Bielorussia Lukashenko.
Nel suo discorso tv alla nazione, Vladimir Putin sembra commentare seccamente la mossa di Prigozhin e quello che sembrava configurarsi come un vero e proprio colpo di Stato dal capo del gruppo Wagner: “qualsiasi ricatto e tumulto sono destinati al fallimento” ha dichiarato il presidente russo, ringraziando al contempo i cittadini per la “resistenza, la solidarietà e il patriottismo” dimostrati in tale contesto. Su questa linea proseguono gli annunci successivi di Putin, il quale ha affermato che “una ribellione armata sarebbe comunque stata soppressa” e che “falliranno tentativi di creare disordine”. Un chiaro riferimento agli eventi che hanno tenuto gli occhi della comunità internazionale incollati su Mosca e sulle mosse di Prigozhin. “Non sono riusciti a spaccare il Paese” prosegue Putin parlando direttamente ai cittadini russi, sottolineando al contempo la definizione “azioni criminali” di chi ha commesso un vero e proprio “ammutinamento armato” nei confronti della Russia.