Insultare il profeta Maometto non è espressione della propria libertà di espressione, ma violazione della libertà religiosa. A tornare sul caso Charlie Hebdo è Vladimir Putin. Lo ha fatto in occasione della conferenza stampa annuale in cui ha spiegato che la libertà artistica in generale ha i suoi limiti e non dovrebbe infrangere le altre libertà. A proposito degli insulti a Maometto, il presidente russo ha detto chiaramente, come riportato dall’agenzia russa Tass, che la considera una «violazione della libertà religiosa e la violazione dei sentimenti sacri delle persone che professano l’Islam».



Ma Vladimir Putin ha anche criticato altri episodi che possono dare luogo a rappresaglie estremiste, citando come esempio l’attacco alla redazione della rivista Charlie Hebdo a Parigi dopo la pubblicazione delle vignette su Maometto. Il presidente della Russia ha evidenziato che il suo Paese si è evoluto: è multietnico e multi-confessionale, quindi la popolazione russa è abituata a rispettare la tradizione altrui.



PUTIN “RISPETTO PER RELIGIONI ALTROVE SCARSEGGIA”

«In altri paesi, questo rispetto scarseggia», ha osservato Vladimir Putin nel corso del suo intervento. Imran Khan, primo ministro del Pakistan, ha apprezzato molto le parole del presidente russo, tanto da riportarle in un tweet e cogliendo l’occasione per esortare il mondo occidentale a rispettare i sentimenti delle comunità musulmane quando si avvalgono della propria libertà di espressione. In una recente intervista ad Al Jazeera il premier pakistano ha fatto notare che i leader musulmani non hanno mai mostrato il vero Islam all’Occidente, soprattutto dopo l’11 settembre.



Quindi, questo ha fatto sì che i musulmani si siano ritrovati ad affrontare l’islamofobia, nonostante il fatto che il terrorismo non abbia alcuna relazione con l’Islam, ha aggiunto. «Imran Khan da solo non può fare alcun cambiamento», ma ritiene che l’intero mondo musulmano debba prendere una posizione comune, ad esempio, alle Nazioni Unite per fare davvero la differenza.