Mandato di arresto internazionale contro Vladimir Putin. Lo ha emesso la Corte penale internazionale dell’Aja per crimini di guerra. Si tratta di una clamorosa svolta nell’inchiesta avviata poche settimane dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il presidente della Russia è accusato di aver deportato migliaia di bambini ucraini nel suo Paese. La stessa accusa è stata contestata a Maria Lvova-Belova, commissaria di Mosca per i diritti dei bambini, contro cui è stato spiccato un secondo mandato di cattura. Investigatori e magistrati che indagano sui crimini compiuti durante il conflitto evidenziano che questo filone dell’inchiesta ha sempre avuto la priorità, in quanto «bambini e adolescenti non possono essere trattati come bottino di guerra».



Dopo approfondite e articolate verifiche, anche per quanto concerne la procedibilità e gli aspetti giuridici, i giudici Rosario Aitala, Tomoko Akane e Sergio Ugalde hanno accolto le richieste del procuratore Karim Khan. La portavoce del Cremlino, Maria Zakharova, ha commentato la decisione della Corte penale internazionale dell’Aja, spiegando che «non ha alcun significato per la Russia, neppure dal punto di vista legale». Invece, per l’Ucraina si tratta di una svolta «storica».



CRIMINI DI GUERRA, “OLTRE MILLE PAGINE DI PROVE”

«Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1000 pagine di prove già condivise con la Corte», ha twittato il procuratore generale dell’Ucraina, Andrij Kostin. Per quanto riguarda Maria Lvova-Belova, i giudici coordinati da Aitala hanno accertato che la commissaria per i diritti dei bambini avrebbe ordinato l’invio degli adolescenti e dei bambini nelle strutture controllate da Mosca sin dalle prime settimane dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Inoltre, nel maggio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per snellire e rendere operative rapidamente le procedure per far ottenere agli ucraini la cittadinanza russa. Come evidenziato dal Corriere della Sera, i minori ucraini sarebbero stati inviati in campi di rieducazione russi e poi affidati a famiglie per l’adozione definitiva. Si precisa che il mandato di cattura internazionale è stato emesso in quanto ai capi di Stato non è riconosciuta l’immunità nei casi che coinvolgono crimini di guerra, crimini contro l’umanità o genocidio. D’altra parte, gli analisti internazionali sono consapevoli dell’impossibilità al momento di eseguire il provvedimento di cattura, ma comunque è un atto che limita i movimenti di Putin e apre nuovi scenari nella guerra.

Leggi anche

GEO-POLITICA/ Le mosse con cui gli Usa possono "staccare" Russia e Cina