Si alza ulteriormente la tensione tra Russia e Stati Uniti dopo un recente intervento del presidente russo Vladimir Putin che è tornato a parlare – con toni sempre aspri e durissimi – della volontà statunitense di dispiegare i suoi missili a lungo raggio sul territorio della Germania: un piano concordato dalle due potenze durante l’ultimo vertice della Nato che si è tenuto a Washington e che aveva (prevedibilmente) provocato l’ira del Cremlino.



Partendo proprio da qui – e poi arriveremo anche alle parole di Putin – secondo gli accordi tra USA e Germania nei prossimi mesi con una serie di “dispiegamenti episodici” che porteranno ad “uno stazionamento duraturo”, verranno inviati missili di tipo Tomahawk e SM-6, ma anche una nuove generazione – attualmente in sviluppo – di armamenti ipersonici. L’obiettivo dichiarato è quello di “esercitare [le] capacità avanzate” per dimostrare l’impegno statunitense “verso la Nato, e il (..) contributo alla deterrenza integrata europea”.



Di fatto, fino ad ora l’invio di missili di questo tipo era stato vietato da un trattato stipulato nell’ormai lontano 1987 da Gorbaciov e Reagan, dal quale poi gli USA si erano ritirati unilateralmente nel 2019 lamentando il presunto sviluppo da parte della Russia di un nuovo missile nucleare da crociera; mentre dal conto suo Putin già lo scorso mese aveva parlato di un progetto simile da parte degli States, ipotizzando anche dei test in corso in Danimarca.

Vladimir Putin contro i missili USA in Germania: “Pronti ad adottare misure speculari”

Tornando ad oggi: intervenuto durante la parata per il 328esimo anniversario della Marina militare russa, il presidente Putin ha denunciato nuovamente l’intento degli USA di dispiegare i suoi missili in Germania, ribadendo che si troverebbero a portata – con una distanza che stima essere di appena “10 minuti” – di “importanti strutture di controllo governativo e militare russi, centri amministrativi e industriali e infrastrutture di difesa”; denunciando anche il fatto che “in futuro [i missili] potrebbero essere dotati di testate nucleari“.



Lo scopo del presidente russo è quello di chiarire che “se gli Stati Uniti d’America metteranno in atto tali piani ci considereremo liberi dalla moratoria unilaterale (..) sul dispiegamento di armi d’attacco a medio e corto raggio” e – come se non fosse sufficiente – Putin ha promesso anche un “aumento delle capacità delle forze costiere della nostra Marina”.

Misure che dal conto suo considera “speculari”, soprattutto a fronte delle “azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti in Europa e in altre regioni del mondo”. Chiudendo il breve intervento – infine – Putin si è detto anche pronto ad “aumentare la fornitura di forze di superficie e sottomarine“, dotando le navi “di armi ad alta tecnologia (..), sistemi missilistici ipersonici e sistemi di ricognizione, sorveglianza e difesa aerea dei confini”.